Dzeko in panne

Corriere dello Sport (R.Maida) – C’è un fotogramma, uno più degli altri, che racconta il disagio. All’inizio del secondo tempo, davanti alla panchina dello Shakhtar, Edin Dzeko ha ricevuto un pallone comodo che non è riuscito a controllare, lasciandolo sfilare in fallo laterale. In tempi normali, non sarebbe successo. In tempi normali, Dzeko l’avrebbe gestito cercando di costruire un’azione d’attacco. In tempi normali, Dzeko sarebbe stato il solito centravanti di cui la Roma non poteva fare a meno.

CRISI – Ma questi sono tempi disordinati, per nulla ordinari. Cengiz Ünder, il turco più giovane ad aver segnato in Champions League, su cui adesso gli allibratori quotano addirittura un futuro da Pallone d’Oro, ha segnato nelle ultime 4 partite più gol di quanti Dzeko ne abbia prodotti negli ultimi 4 mesi. Il confronto numerico, e magari pure anagrafico, è lì impietoso: Ünder ha fatto 5 gol tutti nel mese di febbraio, Dzeko invece è a quota 4 da metà ottobre in poi, per un totale di 23 partite. In pochi ricorderanno, da qui a pochi giorni, che a Kharkiv il gol di Ünder è stato provocato da un assist geniale del numero 9. Nell’immaginario collettivo è più facile arrabbiarsi per i due gol sbagliati che avrebbero potuto dare un senso diverso al cammino europeo della Roma.

CAMBIAMENTI – «Ho vissuto un mese un po’ particolare ma adesso è passato e posso dedicarmi alla mia squadra senza pensieri» aveva detto Dzeko alla vigilia della trasferta di Udine. Ma il suo contributo in termini realizzativi è venuto meno. E anche in termini di qualità assoluta, il suo livello di performance non è stato all’altezza del talento e dell’esperienza. Per questo Di Francesco sta valutando se dargli una domenica di break contro il Milan, una delle squadre che lo hanno corteggiato negli ultimi mesi. Una scelta gestionale sarebbe. Di sicuro non una decisione punitiva, visto che Dzeko è stato finora il calciatore di movimento più utilizzato dell’intera rosa. E’ stato schierato anche quando non stava bene, ad esempio un paio di settimane fa prima del gol contro il Benevento. Non c’è stata una sola partita, fra le 33 stagionali della Roma, in cui il nostro non sia stato chiamato in causa: in 31 casi, Dzeko ha giocato titolare e in 28 è rimasto in campo dall’inizio alla fine (soltanto una volta peraltro è stato sostituito prima del minuto 84). Ma il problema forse è proprio questo. A causa delle difficoltà fisiche di Schick e dei problemi di adattamento di Defrel, Dzeko ha dovuto giocare molto di più di quanto fosse nei piani dell’allenatore. E dello stesso giocatore che l’anno scorso, di questi tempi, ammise di essere «stanco, perché ho fatto tante partite».

CONFRONTO – Nella stagione passata, per lui eccellente sotto il profilo dei numeri, dopo 25 giornate di campionato aveva segnato 8 gol in più (19 a 11) ma aveva giocato di meno, perché Spalletti a differenza di Di Francesco non doveva occuparsi di Champions (a parte i due preliminari di agosto con il Porto) ma di Europa League: Dzeko dunque saltò due partite di coppa per intero e in altri tre casi entrò dalla panchina mentre in Serie A visse due giornate da subentrato e non una. E’ probabile quindi che lo stress agonistico si faccia sentire come e più dell’anno scorso su un calciatore che il mese prossimo compirà 32 anni.

ATTENZIONE – Da qui i ragionamenti di Di Francesco che continua a ritenere Dzeko indispensabile per lo sprint finale. Anche in prospettiva della partita successiva, a Napoli, le possibilità di vedere un altro centravanti in testa alla Roma anti-Milan non sono poche. Defrel e Schick sono autorizzati almeno a sperarlo.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti