Dopo Kevin, il lungo incubo che tormenta la Roma

Corriere dello Sport (M.Evangelisti) Quando partono i crociati. Alla Roma, ahinoi, succede spesso. Ahiloro soprattutto, anche se una volta l’infortunio mandava in pensione e adesso porti pazienza da quattro a sei mesi ma alla fine torni in piena attività di servizio. Se non sei sfortunato. Kevin Strootman lo è stato. Si bloccò, afflosciandosi su se stesso come un castello di carte, nel momento peggiore della Roma di Rudi Garcia, destinata a perdere di un’incollatura a Napoli. Ma quello fu niente. Andò in Olanda a operarsi da uno specialista delle caviglie, gli venne la sindrome del ciclope – e dai, si chiama così, cresce una massa di tessuto fibroso che ostacola l’articolazione – e un guaio alla cartilagine, poi si accorsero che il nuovo legamento non era angolato nel modo ideale. Il terzo intervento fu quello buono, ma intanto tra un problema e l’altro Strootman aveva perso 675 giorni di calcio.

STANCHI – Tutto questo accadeva con altri compagni, altri preparatori e qualche allenatore fa. Entra nel mucchio della maledizione americana, però di sfuggita, più come prologo che come narrazione. Il resto della storia è un precipizio. Il presidente James Pallotta vede la squadra stanca, all’inizio della stagione 2015-16 decide di cambiare tutto e mette dentro Darcy Norman con Ed Lippie. Bravi, famosi nel campo. E questo è solo un riferimento cronologico: da quel momento a oggi le lesioni al crociato sono dodici. Con Strootman fanno tredici, in tre anni e mezzo. Comincia a sfrondarsi la Primavera, soprattutto tra i ragazzi in odore di prima squadra. Elio Capradossi è il primo, mentre gioca con la Nazionale Under 20. Siamo a settembre. Cala novembre e si fa male Ezequiel Ponce. Se la cava in quattro mesi, quindi va in prestito a Granada e poi a Lilla. S’infortunò in Youth League contro il Barcellona, incassò un colpo, sentì dolore, continuò a giocare, segnò due gol, si fermò solo dopo il fischio finale. Troppo tardi. Intanto sulla fascia destra fiorisce Nura, però maggio non gli porta bene. Di sfortuna il ragazzo fa collezione: problemi cardiaci, il crociato, adesso qualcosa di muscolare da cui va guarendo. Una maledizione che si rispetti non conosce confini. In rapida successione si fermano tanti della prima squadra: Antonio Rüdiger mentre prepara l’Europeo con la Nazionale, Mario Rui mentre prepara la prima e unica stagione con la Roma. Si torna a giocare e Alessandro Florenzi si fa male non una, ma due volte, la seconda mentre accelera il rientro giostrando con i giovani.

SUBITO KO – Ci sono ancora Emerson Palmieri e l’ultima tristissima vicenda di Rick Karsdorp. Mentre la maledizione non ha mollato la Primavera: Luca Pellegrini, Marco Tumminello e anche George Ganea. Che impiega due mesi: arriva dall’Entella a luglio, si blocca a settembre. In questo bailamme non abbiamo contato gli infortuni muscolari. Ci è mancato il cuore.

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