Discriminazione territoriale, Caressa: “In Italia non si riesce a dire HO SBAGLIATO. La norma va cambiata immediatamente”

Fabio_Caressa

Fabio Caressa parla a SkySport della vicenda della chiusura delle curve: “In Italia il vero problema è che non si riesce a dire ho sbagliato! Noi abbiamo recepito a riguardo delle normative UEFA giustamente. Il problema è che tra queste non è compresa la legge sulla discriminazione territoriale. Questa regola, che non è neanche una legge, è un palese fallimento sotto gli occhi di tutti. Ha poi restituito un potere enorme alla piccola minoranza di tifosi che vuole danneggiare i più, ottenendo quindi l’esatto effetto contrario dell’obiettivo per cui era stata ideata. Mai come da quando c’è questa limitazione si è parlato delle curve. A cosa servono la tessera del tifoso e il biglietto uninominale, per i quali tra l’altro sono stati spesi tantissimi soldi e create ulteriori difficoltà a chi va allo stadio, se devono comunque pagare tutti per l’errore di pochi? Se poi un tifoso ha acquistato un biglietto di curva per il derby e non può andarci, non per limitazioni di ordine pubblico, bensì per una norma di un ordinamento federale, è una violazione dei suoi diritti, qualsiasi giudice gli darebbe ragione e in questo modo  la società si troverebbe a dover pagare due volte. Questo è un palese fallimento influenzato da fattori emotivi. Anche se venissero riaperte le curve di Roma e Inter, bisogna comunque guardare più in grande e rivisitare il regolamento. Il calcio Italiano sta facendo una pessima figura in Europa, solo nel nostro paese poteva succedere una cosa del genere. I tifosi del Milan vogliono disertare lo stadio nel caso in cui venga impedito ai sostenitori nerazzurri di essere presenti, questo sì che creerebbe problemi di ordine pubblico. La norma è sbagliata e va cambiata immediatamente a prescindere dalle decisioni che verranno prese oggi“.

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