Antonio Di Natale, simbolo dell’Udinese, racconta aneddoti di mercato in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport: avrebbe potuto raggiungere la Roma di Spalletti

 

Lei è stato allenato da Spalletti prima a Empoli e poi all’Udinese: il primo ricordo?

“Il debutto in prima squadra, a Empoli. Giocavo nella Primavera di Domenichini, un mio un secondo papà e vice storico di Spalletti, e Luciano mi anticipò che mi avrebbe fatto esordire in Serie B. Quel giorno è svoltata la mia carriera. Nel 2004 Spalletti e i Pozzo mi hanno portato a Udine, ma siamo stati insieme soltanto una stagione. A fine campionato ci qualifichiamo per la Champions: ‘Mister, sono appena arrivato e già te ne vai’. Non poteva rifiutare la Roma. Il secondo anno in giallorosso voleva che lo raggiungessi, ma per i Pozzo ero incedibile”.

 

Un aneddoto su Spalletti? 

“Luciano stravedeva per Pizarro, grandissimo giocatore. Anche quando il Pek sbagliava, la colpa era degli altri per Spalletti. Lo prendevamo in giro su questa cosa”. 

 

Alla Juventus non c’è un Pizarro e nemmeno un Lobotka: un problema? 

“È vero, manca un palleggiatore puro come loro due. Però Spalletti può sfruttare Locatelli in quel ruolo”.

 

Lei ha segnato 11 gol nella stagione a Udine con Spalletti, mentre Totti alla Roma ha vinto la Scarpa d’oro e Dzeko (Roma), Icardi (Inter) e Osimhen (Napoli) hanno conquistato la classifica dei marcatori di Serie A: semplice coincidenza? 

“No, perché nel calcio di casuale non c’è nulla. Spalletti pratica un gioco offensivo e per gli attaccanti è un bel vantaggio. Ai miei tempi Di Michele e Iaquinta segnarono molto. Luciano fa arrivare in area tanti palloni e le punte vanno a nozze”.

 

Spalletti riuscirà a risvegliare anche Vlahovic (5 gol), David (1) e Openda (zero)? 

“Certo. Mi aspetto una ventina di gol da Vlahovic e anche David e Openda possono avvicinarsi a quei numeri. Spalletti esalta i suoi attaccanti lavorando molto suoi movimenti, sui sincronismi tra le linee e sulle caratteristiche dei difensori da affrontare”. 

 

Stasera, a Cremona, non ci sarà Yildiz: sensazioni? 

“È un peccato, ma sono convinto che il turco diventerà il primo degli spallettiani. Il mio amico Montella, che è il suo ct nella Turchia, dice che il ragazzo in allenamento lascia a bocca aperta e non faccio fatica a crederci visto quanto è decisivo in partita. Spalletti mette la qualità sempre al centro e Yildiz è uno che tira in porta 7-8 volte a gara: può segnare una quindicina di gol da qui alla fine della stagione e diventare un top assoluto”. 

 

Come immagina la Juventus di Spalletti? 

“Bella e vincente”.

 

Sarri ha conquistato l’ultimo scudetto della Juventus, ma è stato esonerato. L’avventura di Thiago Motta non è durata nemmeno una stagione. Teme problematiche analoghe per Spalletti? 

“No, anzi: sono convinto che i tifosi pian piano si innamoreranno di Luciano. È un allenatore che abbina bel gioco e successi. E la gente va allo stadio per vincere, non per vedere un circo”. 

 

Spalletti ha detto che spera di rientrare nel giro scudetto: concorda? 

“Sì, perché la stagione è all’inizio. Serviranno lavoro e un pizzico di pazienza. Luciano, quando ha la possibilità di lavorare tutti i giorni sul campo, fa migliorare le cose e raggiunge gli obiettivi”. 

 

Ha mandato un messaggio di in bocca al lupo al suo ex allenatore?

“No, ma lunedì ci siamo incontrati e mi ha trasmesso una voglia incredibile di tornare in panchina dopo il divorzio doloroso dalla Nazionale. Domenichini lo sento tutti i giorni e anche lui aveva una gran voglia di ricominciare”.

 

Dovesse disegnare su una lavagna la Juventus di Spalletti? 

“Luciano, giustamente, ha fatto capire che inizialmente darà continuità al lavoro svolto dal predecessore Igor Tudor. In futuro spero di vedere la Juventus con il 4-3-3 e il tridente composto da Conceicao-Vlahovic-Yildiz”.