Di Francesco: “Nainggolan? La squadra è fatta anche di regole. Spero di vedere presto lo Stadio della Roma”

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, ha parlato ai microfoni della rivista Sette del Corriere della Sera. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Non vorrebbe anche lei Cristiano Ronaldo in squadra?
Troppo facile. Ai bianconeri ruberei Giorgio Chiellini.

E all’Inter?
Milan Skriniar. L’Inter sarà molto competitiva. Ma vedo il Napoli, guidato da un allenatore come Carlo Ancelotti, abituato a vincere, un pelino sopra.

L’anno scorso la sua Roma è arrivata terza in campionato e ha raggiunto la semifinale in Champions. Metterebbe una firma per ripetere questo risultato?
No. Si fa questo lavoro per migliorarsi. Parlo di qualità di gioco, di gestione della squadra, di comportamenti.

È vero che dietro la cessione di Radja Nainggolan all’Inter ci sono anche problemi disciplinari?
Con lui ho un bel rapporto, ci ho parlato. La cessione è legata sia a questioni economiche sia a situazioni accadute in passato. La scelta di tenerlo fuori nella prima partita del 2018 fu molto discussa, ma se si vuole portare avanti un’identità della squadra fatta anche di regole e di etica, a volte bisogna fare scelte che possono non piacere.

Lavora molto sulla motivazione…
Prima delle partite mi capita di scrivere delle frasi motivazionali sulla lavagna dello spogliatoio o di inviarle ai ragazzi.

Un portiere, un difensore, un centrocampista, un attaccante…
Gianluigi Buffon, Paolo Maldini, Zinedine Zidane e, se l’attaccante deve essere una prima punta, Ronaldo, il Fenomeno. Ronaldo e Zidane sono i più forti contro cui abbia mai giocato. Decisamente fuori dal normale.

Tra gli ex compagni?
Francesco Totti su tutti. Quando ci allenava Zeman, Totti era sempre con me nel primo gruppo delle ripetute da un chilometro.

Lo stadio della Roma?
Mi auguro che venga realizzato presto. Sarebbe giusto.

Per ora si son visti imprenditori e politici in arresto…
Ho parlato con Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma. Mi ha rassicurato sul fatto che noi non abbiamo a che fare con quelle vicende.

Gli stadi sono sempre più degli sfogatoti sociali, luoghi senza regole…
Mi infastidisce molto quando ci vado e sento parolacce in libertà, anche di fronte a bambini piccoli. Mi passa la voglia. Ma sa la cosa che sopporto meno? Vedere i tifosi che invece di sostenere la propria squadra, hanno come proprio obiettivo principale quello di offendere gli avversari.

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