Di Francesco: “La Roma non è ancora da scudetto. Siamo indietro, dobbiamo migliorare”

Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Tra Londra e Firenze si snodano il presente e il futuro della Roma. Il presidente James Pallotta sarà oggi il primo relatore al convegno «Leaders in Sport» per il suo intervento sul progetto stadio della Roma, chiamato «The new Coliseum», al Tuition House londinese. Più tardi incontrerà Baldissoni, Fienga e Gandini, aspettando l’arrivo di Monchi previsto per il pomeriggio. Un summit a 360 gradi su strategie commerciali (manca sempre il main sponsor), strategie di mercato (per comprare bisogna prima vendere) e relazione sul pessimo dicembre che ha praticamente già condannato la Roma a un’altra stagione da «zeru tituli».

Eusebio Di Francesco, invece, è stato ospite dello stand del brand di maglieria Ferrante, nell’ambito della rassegna «Pitti Immagine Uomo», e ha parlato del momento difficile e di come provare a uscirne. Il primo argomento, naturalmente, è Nainggolan: «Radja è stato il primo a scusarsi. Non c’è un caso, è stata una scelta etico-morale per quello che è accaduto. Contro l’Inter sarà titolare. La Roma, fino a venti giorni fa, era la squadra rivelazione, non possiamo essere quelli del primo tempo contro l’Atalanta. Lavoreremo con positività, perché nel nostro ambiente si traggono giudizi prima troppo buoni e ora eccessivamente negativi. Questa squadra deve ritrovare un equilibrio».

Per Di Francesco, l’equilibrio è legato al 4-3-3, il suo modulo-totem: «La Roma non ha ancora dimostrato di essere da scudetto. Non ha fatto il salto di qualità. Siamo indietro e dobbiamo cercare di fare meglio per migliorare la posizione in classifica. Il sistema di gioco vale molto meno dell’aspetto psicologico e parlarne è relativo. È lo stesso modulo che ci ha dato soddisfazioni, adesso denigrarlo lo lascio fare a voi. Ho dimostrato di essere un tecnico flessibile, ma quando si allena un sistema bisogna dargli continuità e credere in ciò che si propone. Non posso pensare che la squadra non creda più in quello che propongo. Ci sono momenti difficili, sta a noi saperli superare».

Una strada sarebbe il mercato, con l’acquisto dell’esterno d’attacco che manca, se non si vuole cambiare modulo, ma Di Francesco glissa: «Non ho parlato con Pallotta perché il mio riferimento societario è sempre stato Monchi. Non sta a me parlare di mercato, io faccio il tecnico. Schick? Tutti ci aspettavamo che rendesse qualcosa in più, ha grandi potenzialità. Non le ha ancora dimostrate, ma ci vuole tempo. Roma ha costruito e distrutto con grande facilità tanti calciatori. Schick è in costruzione, diamogli tempo. So che nel nostro mondo ce n’è sempre meno, ma lui va aspettato». Con l’Inter, alla ripresa, però andrà in panchina: «Saremmo voluti andare in pausa con risultati differenti. Purtroppo non è andata così. La vacanza servirà per ritrovare energie non solo fisiche, ma anche mentali, ritrovare quella lucidità che abbiamo perso nell’ultimo periodo. Sono stati venti giorni difficili, ma questo non può cancellare quello di buono che abbiamo fatto nei mesi precedenti».

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