Di Francesco: “Io cerco di costruire”

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – È il momento più felice da quando è arrivato alla Roma e provate un po’ a pensare dove sarebbe la squadra giallorossa se non avesse perso i due punti di Genova per un errore. Di Francesco è felice, perché vede i frutti del suo lavoro, ma predica umiltà e allontana i facili entusiasmi. Il tecnico abruzzese resta con i piedi per terra, perché domenica la Roma contro il Chievo deve tornare a vincere in trasferta: «Guardo sempre avanti, senza guardare indietro ciò che è stato. C’è una bella atmosfera, vengo con grande piacere la mattina nel mio ufficio», ha raccontato a Roma Tv. Il tecnico coinvolge il suo staff nelle scelte, quando gira per Roma avverte il calore dei tifosi, come quando era un apprezzato gregario nella squadra dello scudetto: «Cerco di essere sempre me stesso, di conseguenza porto avanti il mio metodo e le mie idee, ma senza stravolgere. Cerco pian piano di far capire quello che voglio, la fortuna è che alcune idee sono entrate prima nella testa di calciatori e tifosi. Cerco di costruire e non distruggere, le persone mi sorridono e mi auguro che questo resti per tanto tempo e non si leghi a qualche risultato. Dico sempre che bisogna trattare vittorie e sconfitte allo stesso modo. Le sconfitte possono essere anche salutari, ma mi auguro di averne sempre meno, se sono zero è anche meglio. Ma in certi contesti possono anche farci svoltare, come quella con il Napoli, che dal punto di vista del cambio di rotta ci ha dato qualcosa». Il giorno dopo quella sconfitta ha rincuorato i giocatori delusi dicendo loro che le differenze con il Napoli erano minime, che bisognava solo continuare a lavorare convinti per annullarle completamente. Da allora la Roma è ripartita.

IL LAVORO E LE IDEE – Lo avevano definito inadeguato a guidare una grande squadra, ha dimostrato il contrario ma non ha mai cercato rivincite polemiche: «Con i calciatori bisogna esprimere idee chiare. Il giocatore vuole innanzitutto coerenza e le competenze diventano importanti, devi far vedere che hai delle conoscenze. Oggi i giocatori vogliono capire cosa fanno, ricercano qualcosa in più. Un allenatore andrebbe giudicato per il lavoro della settimana, non solo per quello che succede la domenica…». Nella Roma ha imposto un ampio turn over, anche i titolari vanno in panchina e nello spogliatoio regna l’armonia: «Senza ipocrisia, l’allenatore sa che c’è una formazione tipo ma i ragazzi devono fare un percorso. I giocatori hanno capito che conta più il gruppo, il risultato di squadra che il singolo».

VOLTARE PAGINA – Il suo obiettivo principale in questi giorni è far dimenticare l’euforia per il primo posto in Champions: «Non accontentarsi, l’ho ripetuto tante volte in questi giorni ai giocatori. Roma è questa, con pregi e difetti, ma a volte ci si esalta troppo. Io pretendo sempre il massimo anche da me stesso»

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti