La stracittadina della paura e dei pianti scaramantici

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Il Tempo (T. Carmellini) – Derby d’alta classifica, che vale la Champions e che, in maniera esponenziale, è sentito dalla Città Eterna come la partita dell’anno: da entrambe le tifoserie. Insomma, se nella Capitale è derby tutto l’anno, figuriamoci adesso che la stracittadina può decidere tutto: tanto per la Roma (attualmente seconda in classifica) quanto per la Lazio (che insegue a un punto).

Vecchie ferite mai rimarginate, storie di sfide stravinte, straperse, magliette, cori, striscioni: di tutto un po’, con la solita goliardia romana unica al mondo ma che diventa, col passare delle ore, un vero e proprio incubo. Già perché nell’ultimo periodo, quella che una volta era la tendenza a fare gli sbruffoni «ve rompemo de’ qua…», «ve massacramo de’ là…», si è tramutato in pessimismo cosmico. Mai il detto «la paura fa novanta» fu più appropriato.

Così, in ordine rigorosamente alfabetico (hai visto mai…), ecco cosa ronza nella testa di due tifoserie che affidano a queste ultime tre giornate di campionato il senso di una stagione.

I laziali, partiti dal basso ma che sono arrivati fin sotto e poi anche sopra gli odiati cugini, restano i fautori del «gomblotto». Tutto appeso a questa partita, anzi a questi «quattro giorni che posso mettere la Lazio fuori da tutto». La finale della Coppa Italia in casa contro la Juventus (partita per i più già persa contro la corazzata bianconera capace di qualificarsi alla finale di Champions: «Figurati se perde con noi»), poi il derby contro una «Roma costruita per vincere lo scudetto». «Mamma che sfiga, mo ce se rompe qualcun’altro, adiamo a giocà le due partite più importanti dell’anno senza mezza squadra». Insomma ritornello noto: figli di un Dio minore.

Ma il pessimismo, udite udite, sembra aver contagiato anche l’altra sponda del Tevere normalmente sbrasona, spavalda, di solito contagiata da un ottimismo per certi versi inspiegabile. Anche tra i romanisti ora (sarà stato quel famoso derby o chissà cosa…) serpeggia il malumore preventivo. La Juve campione d’Italia e a un passo dall’Europa? Avrà l’unica battuta a vuoto proprio nella finale contro la Lazio all’Olimpico. L’incubo ricorrente è che i laziali, che l’ultima coppa «l’alzarono in faccia» proprio ai cugini, possano passare in rassegna il trofeo appena conquistato proprio al derby: che verrà regolarmente vinto, come da ultima tradizione, proprio dalla squadra di Pioli.

Ma in questa mano di traversone, dove tutti tirano al ribasso, si sentono vittime di macumbe immaginarie, di sfregi irripetibili dall’ex di turno (vale per entrambe le sponde), c’è sempre qualcuno che vuole stravincere. Vedi il presidente Lotito che ha chiesto di spostare la partita non a lunedi ma a martedì. Che guarda caso è il 26 maggio… sarà un caso!?

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