De Rossi jr. sfida il tabù dello Stadium

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Ci avevano provato, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Buffon e Marchisio. Il rinnovo con la Roma che (ancora) non c’è, nuovo spirito, motivazioni e freschezza con Conte in Nazionale, tante amicizie in ballo. Ma Daniele De Rossi non è Pirlo e quindi il corteggiamento dei suoi compagni non è andato a buon fine. Ovvio, conoscendone la storia e il carattere. «Mi piacerebbe che arrivasse un altro come me o lui, ma so che è quasi impossibile», ha ammesso Totti al «NyTimes». Il capitano stasera non ci sarà, De Rossi invece sì, fascia al braccio, tante amarezze con la Juve da dimenticare e tanta voglia di raggiungere il padre, che con la Primavera allo Stadium ci ha vinto.

DELUSIONI – In generale, Daniele ha affrontato i bianconeri 24 volte: la metà è uscito sconfitto, 5 volte ha racimolato un punto, in 7 occasioni è arrivata la posta piena. Otto volte è stato ammonito, una espulso, ormai quasi 3 anni fa. Alla Juventus ha segnato in due occasioni, di cui una proprio nell’ultima partita della prima era Spalletti, la sconfitta per 3-1 del 30 agosto 2009. Pochi minuti dopo quel gol il tecnico salutò tutti, stasera chiederà a De Rossi fisico e testa davanti alla difesa, geometrie ed equilibrio, magari a bocca chiusa, visto che lo scorso anno diede dello «zingaro di m…» a Mandzukic. Pizzicato dalle telecamere, chiese scusa in tv, senza nascondersi o negare. Da persona vera, pregi e difetti sempre in mostra: anche per questo i senatori della Juve hanno provato in tutti i modi a convincerlo.

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