Il Sole 24 Ore – La crisi bancaria spagnola e il de profundis (affrettato) per Real e Barcellona

Attenzione a recitare il de profundis del calcio spagnolo. O meglio, della coppia regina Real Madrid e Barcellona. Chiaramente, la crisi del sistema bancario iberico con il maxi-prestito richiesto/concesso dall’Unione europea da 100 milioni di euro, renderà più complicati i finanziamenti ai club calcistici, in passato, piuttosto frequenti e generosi. Tuttavia, arrivare a presagire un rapido declassamento delle due big spagnole è troppo.

Real e Barcellona hanno raggiunto la vetta del calcio europeo con un fatturato, rispettivamente, di 479 e 450 milioni. Generano entrate record che arrivano per 180 milioni dai diritti tv a testa (venduti individualmente), per 123 milioni e 110 dalla biglietteria e per 172 e 156 dagli sponsor e dal settore commerciale. Flussi di cassa invidiabili che non possono essere certo messi in difficoltà nell’immediato da un’eventuale stretta creditizia. Anche perchè a ben guardare i conti l’indebitamento netto di Real e Barca non è di 600 e passa milioni cadauna, ma di 170 milioni per i Blancos e 70 per i Blaugrana. Nell’ottica del fair play finanziario sarà ammesso un livello di indebitamento netto non superiore al fatturato.

Inoltre, Real e Barca pagano, è vero, stipendi abbondanti (parliamo di 216 e 241 milioni nel 2011). Ma il rapporto salari-fatturato si attesta sul 45 e sul 53%, ben al di sotto della quota del 70% tollerata sempre a livello di fair play finanziario.

Detto questo, se la sopravvivenza ad alto livello in Europa di Real e Barca non sarà messa in discussione nel breve-medio termine, il fatto che queste due società assorbano gran parte degli incassi finirà per impoverire ulteriormente la Liga dove già una decina di club viaggiano in amministrazione contrallata e sui bordi di un possibile default. Non certo un esempio virtuoso di Lega professionistica.
Il Sole 24 Ore – Marco Bellinazzo 

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