La Gazzetta dello Sport (E. Esposito) – La paura è stata tanta e si è sciolta davvero soltanto a fine serata quando la Roma ha pubblicato la foto di un sorridente Evan Ndicka dal suo letto in ospedale. Vediamo tutto quello che c’è da sapere su quanto accaduto al difensore giallorosso alla Bluenergy Arena di Udine.

Possiamo sapere esattamente che cosa è successo e quando?
Al 72′, a palla lontana e senza avversari intorno, Ndicka si tocca il petto e si accascia a terra. Il primo a comprendere la situazione è Daniele De Rossi che inizia ad agitarsi richiamando i soccorsi. Il centrale della Roma viene portato via in barella, è cosciente e riesce anche a tranquillizzare un minimo tutti con il gesto del pollice in su. Ndicka svolge subito un elettrocardiogramma con esito «preoccupante» e viene trasportato subito all’Ospedale Santa Maria della Misericordia dove viene ricoverato in codice giallo. Qui effettua subito nuovi esami che hanno praticamente escluso problemi cardiaci.

Se non è infarto, che cosa può avere avuto Ndicka?
Il giocatore ha compiuto accertamenti cardiologici e neurologici, tac compresa. Da quanto filtra potrebbe essersi trattato di una compressione polmonare, con possibile pneumotorace. A causarla potrebbero essere stati alcuni scontri di gioco. Soltanto quando lo staff medico si sarà tolto ogni dubbio su quanto accaduto, verranno decise le sue dimissioni. Di certo salterà Roma-Milan.

E adesso che succede? 
A definire i criteri del recupero delle gare interrotte è l’articolo 30 dello Statuto- Regolamento della Lega Serie A. Qui si legge che si dovrebbe giocare già oggi a meno che – ed è il caso della Roma che giovedì è attesa all’Olimpico per il match di ritorno di Europa League contro il Milan – “una o entrambe le squadre siano già impegnate in una successiva gara infrasettimanale Il recupero dovrà avvenire comunque entro quindici giorni dall’interruzione e “deve essere disposta la prosecuzione dei soli minuti non giocati. La quantificazione è determinata, con decisione inappellabile, dal direttore di gara“.

I giocatori devono essere gli stessi 22 del momento dell’interruzione? 
Non necessariamente. Sempre nello stesso articolo definito dalla Lega al legge che “possono essere schierati tutti i calciatori che erano già tesserati per le due società al momento dell’interruzione, indipendentemente dal fatto che fossero o meno sulla distinta del direttore di gara il giorno dell’interruzione”. Ma con alcune avvertenze: I calciatori scesi in campo e sostituiti nel corso della prima partita non possono essere schierati nuovamente; quelli espulsi (ma qui non c’erano) ovviamente no né potrebbero essere sostituiti, così come quelli squalificati per la gara in questione; nel recupero si possono effettuare solo le sostituzioni non ancora fatte nella prima partita