Com’è cambiata la Roma in 18 mesi

Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – 28 maggio 2017. Uno dei giorni più emozionanti e intensi per il tifo romanista, nonché uno dei punti più alti della gestione americana sul piano squisitamente tecnico. La Roma saluta il suo campione più illustre, Francesco Totti, e lo fa conquistando il record di punti della propria storia, ben 87, classificandosi al secondo posto, a -4 dalla Juventus campione d’Italia e con una lunghezza preziosissima di vantaggio sul Napoli. Una posizione d’alto spessore conquistata e consolidata nel tempo, dopo un quadriennio di crescita costante: 85 e 70 punti con Garcia, 80 nell’anno suddiviso tra il francese e Spalletti. E infine, come detto, quota 87 col condottiero di Certaldo alla guida di una squadra fortissima, dotata di due portieri top (Szczesny e Alisson) e di tanti altri elementi all’apice del loro percorso sportivo: Manolas, Rudiger, Fazio, Nainggolan, Strootman, Salah, Dzeko.

Da quel giorno sono trascorsi 18 mesi. Un anno e mezzo. E ben 51 partite di campionato, oltre ad una di Coppa Italia (meglio dimenticarla) e 16 di Champions League, con lo straordinario risultato ottenuto nel conquistare una semifinale a dir poco insperata. Traguardo eccezionale sì, ma che ragionevolmente non rappresenta il livello raggiunto dal club giallorosso nel contesto calcistico internazionale. E anche se così fosse, parleremmo di una squadra, quella che ha raggiunto la semifinale, comunque ben diversa dalla Roma attuale. Le 51 gare giocate in Serie A sono tantissime e dunque rappresentano un pacchetto credibile per poter analizzare il graduale processo di evoluzione (o involuzione) della squadra sul piano tecnico. Bene, in questo lasso di tempo è evidente come la situazione generale sia peggiorata in raffronto a quel 28 maggio. I giallorossi hanno raccolto 96 punti, ben 36 in meno rispetto alla Juventus (132) e 24 in meno rispetto al Napoli (120). Distacchi chilometrici da due formazioni che solo 18 mesi fa erano nostre compagne di viaggio in classifica, a distanze minime.

L’Inter, che chiuse il torneo 2016-2017 a -25 dalla Roma, avviando successivamente una ricostruzione generale proprio con Spalletti (che prese il posto di Pioli) nell’arco di queste 51 partite ha collezionato 100 punti, 4 in più della Roma, e la Lazio dei costi bassi e degli investimenti sempre limitati sul mercato ha messo insieme 95 punti, uno in meno della squadra di Eusebio Di Francesco. Questi numeri ci dicono molto semplicemente che il miglioramento auspicato da tutti, in primis dai dirigenti, finora non c’è stato. E che sono cambiati i parametri di riferimento. Ormai non ci si accosta più a Juve e Napoli, sempre più lontane (-18 e -14 al termine dello scorso campionato, -18 e -10 quest’anno a fine novembre), ma il paragone va fatto semmai con Inter e Lazio, già rivali della Roma nella passata stagione in chiave Champions. Col pericolo di veder fuggire anche i nerazzurri (adesso a +9) e con i biancocelesti, quarti, per ora distanti 4 punti. Dati utili per avviare una riflessione profonda in casa romanista, che porti in primis ad una presa di coscienza degli errori commessi. Nel calcio c’è sempre tempo e modo per sistemare le cose. Come recitava un vecchio striscione della Sud, non saper rimediare ad una sconfitta è peggiore della sconfitta stessa.

Dati relativi alle ultime 51 partite di campionato (le 38 dello scorso anno e le 13 di quest’anno)
Juve, 132 punti: 42 vittorie, 6 pareggi, 3 sconfitte – 114 gol fatti, 32 subiti
Napoli, 120 punti: 37 vittorie, 9 pareggi, 5 sconfitte – 103 gol fatti, 42 subiti
Inter, 100 punti: 29 vittorie, 13 pareggi, 9 sconfitte – 91 gol fatti, 40 subiti
Roma, 96 punti: 28 vittorie, 12 pareggi, 11 sconfitte – 83 gol fatti, 44 subiti

Lazio, 95 punti: 28 vittorie, 11 pareggi, 12 sconfitte – 108 gol fatti, 64 subiti
Milan, 86 punti: 24 vittorie, 14 pareggi, 13 sconfitte – 78 gol fatti, 59 subiti

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