Che centravanti serve? La nuova Roma al bivio

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La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Un appello: topini, scoiattoli, talpe, cagnolini da compagnia e da riporto, insomma tutta l’allegra fattoria degli animali che pare frequenti i corridoi di Trigoria, mobilitatevi e fateci sapere. Da due giorni, infatti, il calcio italiano si chiede: Spalletti ha già ricostruito la Roma? Il presidente Pallotta ci crede: «Ce l’ha fatta in tre settimane, lavorando notte e giorno». Il problema (si fa per dire) è sapere se il bello del suo calcio deve necessariamente sposarsi con l’assenza di un vero centravanti di ruolo, oppure se sia possibile averlo in un contesto armonico che pure vuole imprevedibilità.

JOLLY PEROTTI – Nel primo caso, il «deus ex machina» del nuovo corso pare essere Diego Perotti, che ha già stregato il tifo giallorosso. L’argentino, piazzato dietro le punte, ma anche spesso in posizione di «falso nove» si è mosso molto bene. Se mai, Spalletti gli ha solo sottolineato come tendesse ad abbassarsi troppo e a non fare pressing sul portatore di palla avversario. Ma l’allenatore ha apprezzato così tanto il suo palleggio che a fine partita ha detto pure come Perotti potrebbe essere schierato persino al posto di Pjanic. Effetti collaterali? Uno su tutti: questa squadra (assai bella) per funzionare bene deve correre molto, e non sempre le condizioni di forma lo consentono per tante partite consecutive. Morale: a volte il centravanti che tiene palla, fa salire la squadra e respirare la difesa serve, per non parlare quando in casa si deve scardinare difese chiuse. E allora si torna a Dzeko.

PAPÀ DZEKO – A dispetto della sostituzione, infatti, Spalletti ha un’enorme stima del bosniaco. Un piccolo retroscena di cui ringraziamo la fattoria. Dopo la vittoria col Sassuolo, a uno sventurato (non un calciatore) che faceva dell’ironia sull’assenza di Dzeko in concomitanza con la nascita di sua figlia Una (auguri!), l’allenatore ha risposto a muso duro: nessuno si azzardi a fare ironia su Edin che è un campione ed un eccellente professionista; se la Roma nella storia ne avesse avuti tanti così, avrebbe vinto una ventina di scudetti. Chiaro no? Luciano crede in lui. Perciò Dzeko continuerà a essere un punto fermo della squadra, anche se entrerà nelle rotazioni come tutti (31 finora gli impiegati).

GOL SPRINT – Senza contare un altro elemento discriminante del discorso: nella Roma spallettiana dal 2005 al 2009, Totti era sì un «falso nove» ma segnava a raffica, tanto da vincere la Scarpa d’Oro per la stagione 2006-07. Perotti invece è assai meno prolifico, tant’è che, sbarcato in giallorosso, ha subito detto: «Devo fare più gol, calciare più in porta e non cercare sempre l’assist». Ma la Roma ha un dato unico in questa A: nei primi 15’ ha segnato 9 gol.

LISTA UEFA CONGELATA – Ora ci proverà anche l’argentino, magari anche in Champions, visto che è tra i sicuri di entrare nella lista consegnata. La Uefa, però, deve ancora dare una risposta alla richiesta giallorossa di inserire 4 nuovi (Perotti, El Shaarawy, Zukanovic e Strootman) e non 3 come da regolamento, sfruttando il fatto che ad agosto il club ne aveva inseriti 21 e non 22. La documentazione è «border line», ma se venisse accettata salterebbe Uçan, mentre se ci fosse un «no», a essere tagliato sarebbe Zukanovic (più difficile Strootman). Tranquilli però: le nuove alchimie tattiche spallettiane nessuno le vieterà. Ed in fondo è questo che conta.

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