Cavaliere, per De Rossi la maglia della Roma è come un’armatura

Corriere dello Sport (R.Maida) – Meglio dimenticare, resettare. In gergo informatico, la Roma deve spegnere e riaccendere senza guardarsi indietro, perché rischierebbe di avvertire l’ansia da Shakhtar. Tanto più negli ottavi di Champions League. Ha compreso il meccanismo Daniele De Rossi, che sette anni fa litigò con il croato Srna e si beccò una squalifica con la prova tv a causa della gomitata. Ma da allora il mondo è capovolto: De Rossi è ancora in Ucraina con la fascia di capitano mentre la controparte è squalificata per una ragione molto più grave, il doping. Nel 2011, al tramonto dell’epoca Sensi e in un momento di crisi tecnica, la Roma si consegnò quasi senza lottare: all’andata all’Olimpico perse 3-2 con Ranieri in panchina mentre al ritorno, alla Donbass Arena che oggi è squarciata dalle bombe dell’esercito russo, lo Shakhtar di Lucescu travolse (3-0) il debuttante Montella dopo che Borriello aveva sbagliato un rigore sullo 0-0. «Sono epoche diverse, imparagonabili» ricorda De Rossi.

EQUILIBRIO – Lui peraltro sa, nella lunga esperienza di partite internazionali che stasera a Kharkiv si arricchirà del pezzo numero 89 (52 solo in Champions League), quanto sia difficile spiazzare gli ucraini: anche nella stagione 2006/07, dopo aver vinto 4-0 in casa, la Roma perse a Donetsk 1-0 nella fase a gironi. «Ma stavolta non c’è un favorito – racconta in conferenza stampa – prevedo un confronto abbastanza livellato». Nonostante il gelo: «Un po’ il meteo avvantaggia i nostri avversari, soprattutto nei primi 5-10 minuti potremmo pagare lo choc termico. Ma insomma, non esageriamo. Se contasse soltanto il clima, lo Shakhtar o il Cska Mosca vincerebbero tutti gli anni la Champions League. Alla lunga passerà il turno chi esprimerà la maggiore qualità tecnica». A proposito di Cska, De Rossi era in campo in una situazione simile a Mosca nel novembre 2014. Tutto sommato, a parte la beffa finale che costò vittoria e qualificazione, la Roma seppe gestire bene l’emergenza-freddo.

MIGLIORAMENTI – Equilibrio fra le squadre, equilibrio anche nelle parole del capitano che in un’intervista al sito dell’Uefa ha spiegato di trattare la maglia della Roma «come un’armatura, da infilare solo all’ultimo momento» per entrare in battaglia: «Sin qui il nostro percorso in Champions è stato entusiasmante, ma se dovessimo raggiungere i quarti la nostra stagione diventerebbe speciale. Non capita tutti i giorni di entrare tra le prime 8 d’Europa. Ma c’è ancora molta strada da fare». Anche per lui che sembra aver risolto i problemi fisici: «Mi sento bene, molto bene. Sabato a Udine anzi è andata meglio di quanto avrei pensato e sperato, nonostante i pochi allenamenti nelle gambe. Conto di giocare una grande partita».

PAUSA – La Roma sembra in crescita atletica, lo Shakhtar ha appena ripreso confidenza con l’agonismo delle partite vere. I giornalisti ucraini gli fanno notare che questo può essere un vantaggio per la Roma: «E’ possibile ma nessuno sa davvero come stiano loro dopo due mesi di sosta invernale. Magari il fatto di aver preparato per tanto tempo solo questa partita diventa un fattore positivo per lo Shakhtar. Ma non dimentichiamo che la sfida si gioca su due tempi: al ritorno la Roma avrà l’Olimpico a sostenerla. Di sicuro non partiamo battuti».

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