Il Messaggero – Roma deprezzata

Nella Roma dei paradossi, c’è anche quello legato a Zdenek Zeman. Chiamato a Trigoria dopo che la dirigenza giallorossa aveva contattato Montella, Villas Boas, Emery, Bielsa e Pellegrino (e questi sono solamente gli allenatori che lo hanno ammesso pubblicamente) il tecnico boemo è stato scelto per due motivi. In primis per venire incontro ad una piazza che dopo l’anno disastroso di Luis Enrique iniziava a rumoreggiare. L’entusiasmo iniziale e il boom negli abbonamenti (dovuto anche alla sbandierata abolizione della tessera del tifoso che poi, in realtà, è vera in parte visto che la nuova fidelity card risponde sempre alla Questura on line, con gli stessi requisiti di sicurezza della precedente, ndc) è la testimonianza che la scelta si è rivelata giusta.

Il secondo motivo è dovuto al fatto che la filosofia d’attacco del boemo ben si sposava con la speranza di poter rivalutare qualche elemento che si era deprezzato dopo l’ultima stagione. Operazione riuscita con Lamela (comunque costato, commissioni incluse, 20 milioni) e pochi altri. Si fa fatica a trovare dei calciatori che in questi primi mesi hanno visto lievitare la loro valutazione. Probabilmente Florenzi e Marquinhos, forse Tachtsidis (anche se la comproprietà è stata pagata 2,5 milioni) visto che stanno trovando spazio nell’undici titolare. Tuttavia se si paragonano le loro affermazioni alla svalutazione di qualche big, il gioco sembra non pagare.

Nell’assemblea dei soci di fine ottobre, l’ad Fenucci ha dichiarato che «il club ha rifiutato in estate offerte per oltre 100 milioni di euro per Lamela, Pjanic e De Rossi» (anche se i conti non tornano: 25 per il bosniaco, 20-25 per Daniele, possibile più di 50 per l’argentino, dopo l’opaca stagione dello scorso anno?, ndc). Qualora il nazionale azzurro e il bosniaco finissero sul mercato a gennaio, sarebbe automatico ricavare gli stessi soldi? I dubbi sono leciti. La notizia dello scarso feeling tra De Rossi e Zeman è arrivata anche a Parigi, Londra e Madrid, senza contare che il pugno rifilato a Mauri nel derby pesa non solo a livello disciplinare.

Un altro che ha visto scendere la sua quotazione è senza dubbio Pjanic, oramai divenuto un panchinaro di lusso. E’ chiaro che un centrocampista del suo tasso tecnico può piacere a diverse società ma appare difficile che ad esempio il Napoli (uno dei club, nonostante le smentite, che sembra essere interessato al calciatore; a proposito, ieri Baldini è stato avvistato nel capoluogo campano) possa pagare i 25 milioni offerti pochi mesi fa dal Tottenham.

Chi ha certamente visto aumentare il costo del suo cartellino è Stekelenburg che nelle partite sin qui giocate ha subito due gol di media a gara, perdendo anche il posto in Nazionale. I 6,5 milioni spesi un anno e mezzo fa sono ora diventati una chimera: non è un caso che in estate l’unica offerta ricevuta sia stata intorno ai 2 milioni. Capitolo a parte, merita Destro. L’asta che si è scatenata per averlo, ha fatto in modo che la Roma lo strapagasse. Almeno per lui, però, come per Pjanic, il tempo si spera posa rivelarsi galantuomo.
Il Messaggero – Stefano Carina

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