Buon compleanno, Spalletti. Fatti un regalo da Champions

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Il Real ha festeggiato ieri 114 anni, Luciano Spalletti ne compie oggi 57, il regalo sperano di farselo tutti domani sera, ovvio che però a raggiungere i quarti di finale sarà soltanto una squadra. Molto probabilmente la torta andrà a Madrid e non a Roma, ma Spalletti non parte certo battuto. Lo ha detto lui stesso ieri, ma l’intervista è stata registrata qualche giorno fa, ai microfoni della tv di casa: «Nel 2008 siamo andati a prenderci la qualificazione in Spagna, quel Real si è dovuto scansare e quella partita è stata la prova che nessuna squadra è imbattibile».

FAMIGLIA E ROMA – Non lo sono, quindi, neanche Bale e Ronaldo, che pure dopo i 7 gol al Celta fanno un po’ più paura. Ma la forza dei sentimenti, e del gioco, per Spalletti lascia ancora aperta qualche possibilità alla Roma: «Dopo la mia compagna e i figli, per me c’è questa società, la cosa più importante». Per questo ribadisce quanto detto, in pubblico e in privato, nelle scorse settimane: «Sono tornato per continuare quello che avevo iniziato. Volevo vedere se quello che pensavo era vero, ritengo che questa squadra possa entusiasmare di nuovo i tifosi e poi tireremo le somme». Basta, dice, «fare le cose fatte bene».

TOTTI E DE ROSSI – Per farle bene, anzi benissimo, al Bernabeu, la Roma non potrà contare su De Rossi e anche Totti partirà dalla panchina. Tutt’altra storia rispetto a 8 anni fa, i tempi cambiano, i calciatori pure, la stima di Spalletti nei loro confronti no: «Francesco è la storia della Roma, il calciatore più forte del dopoguerra. Io da lui ho imparato moltissime cose che hanno determinato molti gol nelle mie squadre anche senza di lui. Ha dato tanto a questa squadra e questa società ed è giusto tutto quello che gli viene riconosciuto. Spero che riesca a chiudere nella maniera più corretta per quello che gli dice il suo cuore. È una situazione che mi mette in difficoltà, ma io ho assoluto rispetto per il campione e per l’uomo». Tanto che una zona di casa sua è dedicata alle maglie del capitano: «Ne ho tantissime, quelle di Francesco hanno un posto speciale. Ho tutti i passaggi della sua carriera, magari qualche tiratore scelto dirà che le ho messe in panchina…». Tante anche quelle di De Rossi: «Sa fare tutto, se chiedi lui esegue».

DA JIM A CARLO – Dal campo alla panchina passando per la scrivania: Spalletti ha parole d’affetto per Bruno Contise 10 anni fa sono venuto qui lo devo a lui»), Baldissoni e Sabatinili devo ripagare, mi hanno fatto tornare»), e Pallotta anche se, col sorriso, una tiratina d’orecchie al presidente non manca: «Mi piace, ha voglia di vincere, ma se ogni tanto fosse più presente e trasmettesse di persona questo sarebbe meglio». Meglio, in futuro, sarebbe per la Roma avere anche un allenatore come Ancelotti: «È il più grande di tutti ed è un mio amico, ma è anche un po’ pinocchietto perché dice sempre che vuole venire qua ma poi non viene. Spero che ci riesca». Magari, se arriverà, potrebbe trovare una bacheca un po’ più ricca. D’altronde, Spalletti è tornato per questo.

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