Bruno Conti: “Calafiori ha sempre sognato di fare il calciatore, ha stretto i denti ed è tornato più forte di prima”

Il Corriere Dello Sport (G.D’Ubaldo)Bruno Conti ha grossi meriti nella formazione del gruppo dei 2002 che Fonseca ha portato in prima squadra. Calafiori, ma anche Milanese, Tripi, Ciervo, Zalewski, Boer, tutti ragazzi che sono andati almeno in panchina. Calafiori è stato scoperto da bambino nella Petriana, la squadra del Papa. “Riccardo aveva nove anni, è venuto da noi piccolino, è cresciuto proprio a Trigoria -racconta Bruno Conti-. Me lo segnalarono i miei osservatori, il capo scouting è Albergati, che è tornato da noi dopo essere stato all’Inter. Calafiori giocava già nel ruolo di terzino sinistro. Quando prendi questi bambini così piccoli può darsi che intravedi qualità in un giocatore che poi cambia ruolo. È stato così per De Rossi, che quando lo prendemmo faceva l’attaccante. Per fare un esempio più recente Tripi nel settore giovanile gioca prevalentemente a centrocampo. Riccardo ha una famiglia stupenda, è un ragazzo con un’educazione e un rispetto non comuni. Quando ha avuto quel terribile incidente si temeva che non potesse tornare a giocare al calcio, invece con l’aiuto della famiglia ha saputo reagire. In quel periodo difficile gli dicevo che la priorità era poter tornare a stare bene, ma lui ha sempre sognato di fare il calciatore, ha stretto i denti, ha fatto tanti sacrifici ed è riuscito a tornare più forte di prima. Ora può lasciarsi alle spalle quella fase brutta della sua vita. Io preferisco non fare paragoni, sono contento di quello che sta facendo, ha dimostrato di essere uno dei giovani più interessanti in circolazione. Lasciamolo tranquillo, sta facendo il suo percorso. Gli ho fatto i complimenti dopo quel gol straordinario. Io questi ragazzi li seguo quotidianamente, lui, Tripi, Milanese. E’ un piacere vederli approdare in prima squadra, ma loro devono sapere che per arrivare ci vuole molto tempo, devono capire che li attendono tanti sacrifici e che dopo l’esordio non devono sentirsi arrivati“.

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