Corriere dello Sport (C.Zucchelli) – Partiamo dalla fine: esce Paulo Dybala e tutto l’Olimpico si alza ad applaudire. Esce Romelu Lukaku e l’Olimpico si alza ad applaudire. Avessero potuto disegnarla, la notte di Roma-Empoli, i romanisti l’avrebbero fatto proprio così. Con la LuPa: Lukaku e Paulo. Perché se prendi una tela bianca, un pennello e qualche colore sogni di dipingere i sogni con le sembianze dei tuoi uomini migliori. E nella Roma non c’è nessuno forte, e in grado di far sognare tutti, come questi due giocatoti di trent’anni magari un po’ acciaccati, magari non sempre capiti, ma di sicuro sempre amati. Qui a Roma, naturalmente. Perché i romanisti li hanno messi su un piedistallo quando erano ancora in aereo: Dybala doveva sbarcare a Faro, Lukaku a Ciampino, migliaia di persone seguivano il loro viaggio per essere sicuri che atterrassero. E fossero davvero romanisti. Lo sono e ieri, in un Olimpico gremito, la LuPa si è presa la scena: due gol e una traversa l’argentino, una rete il belga. I tifosi non aspettavano altro.

Dybala ha aperto le danze su rigore, Lukaku ha propiziato con una magia l’autogol dell’Empoli, poi ancora Paulo ha deliziato tutti con una rete di precisione e classe sotto la curva Sud. In mezzo all’area, quando Paulo ha deciso di tirare, c’era Big Rom: prima gli ha chiesto il pallone, poi gli ha battuto le mani. A rendere la festa completa, con tutto il rispetto per Renato Sanches, Cristante e Mancini, mancava solo la rete di Lukaku. Che è arrivata sotto la Sud e non poteva che essere così: assist di Belotti, Big Rom non voleva altro che brindare all’esordio da titolare. Settima stagione di fila in cui segna la prima volta che gioca dall’inizio: un caso? No, soprattutto dopo un’estate in solitaria.

L’ha trascorsa in gruppo Dybala, che aveva così tanta voglia di far gol da sfiorare la tripletta. Avrà tempo per rifarsi, intanto si gode la sua Roma: «Dovevamo rutti dare un segnale, cambiare qualcosa e fare di più». La sensazione è che, con Lukaku accanto, Paulo possa solo migliorare: «Sono contento dell’arrivo di Romelu, di Azmoun e di tutti quelli che sono venuti. Ho parlato con Mourinho, ho cercato di recuperare al meglio in questi giorni e mi sono sentito a posto. Sono partito bene come lo scorso anno, speriamo di migliorare i 18 gol».

I rigori potranno dargli una mano, ma Dybala, che era e resta il primo rigorista della Roma (anche perché nessuno segna così tante doppiette in casa in campionato oltre a lui, Lautaro e Leão), non vuole sembrare presuntuoso nonostante le 10 stagioni di fila in cui segna in Serie A: «Chi si sente meglio tira, alcuni li calcerò io, altri i miei compagni». Paulo sa bene che, condizioni fisiche permettendo, il pallone sul dischetto spetterà sempre a lui, ma ieri non aveva voglia di prendersi da solo la scena. Voleva condividerla con i compagni e, soprattutto, con Romelu Lukaku. Partendo dalla fine, vista la standing ovation, ma la sensazione è che tutto questo sia solo l’inizio.