Trifirò (avv. Nafta Moskva): “Kerimov venne a Roma per chiudere l’affare. Poi non se ne fece niente”

Altre rivelazioni in merito alla possibile acquisizione della Roma da parte di Kerimov. Ad ormai sette anni dall’interessamento della società Nafta Moskva, cui il magnate russo fa capo, arrivano le dichiarazioni dell’avvocato che curò la trattativa, mai andata in porto, per comprare la Roma. Salvatore Tirifò, riporta la mente a quei giorni parlando a laroma24.it:
Le contrattazioni durarono circa un mese e mezzo. Iniziarono con le solite lettere d’intenti, alle quali seguì la due diligence. Dall’analisi dei conti vennero fuori un sacco di debiti, ma nonostante tutto si andò avanti. Gli incontri più importanti avvenivano in una villa segreta, una bella villa, a pochi chilometri da Roma. Dopo la due diligence, si arrivò ad un punto cruciale della vicenda. L’affare sembrava ad un punto di svolta. Venne convocata una riunione per firmare l’accordo definitivo“.
Ad un passo dalla chiusura, però, arrivarono i problemi. Sulejman Kerimov, che ora è proprietario dell’Anzhi, la squadra russa che recentemente ha acquistato Eto’o, e sta facendo una corte sfrenata proprio a Fabio Capello, che a quei tempi sedeva sulla panchina della Roma, per convincerlo ad andare ad allenare in Russia, fece saltare la trattativa sul più bello:
A quel punto però Rosella Sensi avanzò una richiesta che spiazzò gli interlocutori russi: chiese delle garanzie fideiussorie. Lì la controparte si irrigidì e il banco saltò. Ma non fu quello l’epilogo della storia. Dopo quella serata, sembrava tutto finito. In realtà, i contatti ripresero nei giorni seguenti e si aggiunse la consulenza di uno studio legale inglese. Ripartì la due diligence, ricominciò l’analisi dei conti e tutto sembrava filare liscio. Venne convocato un altro vertice, stavolta decisivo. Era una domenica mattina, le parti si riunirono presso la solita villa a pochi passi dalla città. Arrivò, però, una chiamata dalla Russia che fece interrompere le trattative. Non scoprimmo mai chi fece quella telefonata“.
L’avvocato non crede a pressioni politiche e risponde così alla domande relativa ai rumors secondo cui Berlusconi in prima persona chiamò Putin per impedire il passaggio di proprietà della Roma:
Non ci credo. Né io, né gli altri colleghi abbiamo mai avuto questa percezione. Così come non ho mai creduto alle pressioni politiche di Veltroni, che in quei giorni dichiarò di preferire la Roma in mano agli imprenditori romani“.
Infine Trifirò parla di Sulejman Kerimov e del fatto che intervenne proprio lui quando credeva di essere ad un passo dalla chiusura, venendo di persone ad alcuni incontri:
All’inizio non si presentò, successivamente venne anche lui per chiudere in prima persona. Non ho mai capito bene se le sue attenzioni per la squadra fossero legate più ad un discorso d’immagine, che puramente sportivo. Avanzammo pure un’altra ipotesi con gli altri avvocati: i Sensi avevano interessi nel petrolio, proprio come gli uomini della Nafta Moskva. Magari con la Roma avrebbero potuto mettere un piede nel nostro paese, per poi battere successivamente altre strade. Ma sono semplici supposizioni“.

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