Corriere dello Sport (I. Zazzaroni) – Un’altra beffa, per certi versi simile a quella atalantina. Ieri il secondo tempo è stato tutto della Roma: ha giocato, recuperato, creato, sbagliato l’impossibile anche, trovato un portiere in grande serata, Bravo, ed è stata punita nell’unica occasione in cui – nella frazione – il Betis è riuscito a indirizzare il pallone verso la porta di Rui Patricio.
Resta preoccupante il rapporto tra gli expected goal e le reti segnate. Soprattutto l’inconsistenza di Abraham sta diventando un problema serio per Mourinho, che giustamente continua a dargli fiducia. Dybala, pur se in piena luce, non può bastare, così come la Roma non può pensare di poterla risolvere solo su palla inattiva.
Questa sconfitta complica le cose in chiave qualificazione. Di buono ci sono la crescita di condizione di Matic, che sembra restituito al calcio che conta, Zalewski e Ibañez. Di spiazzante, l’ennesimo eccesso di Zaniolo, peraltro meno “strappante” del solito. Va detto che il Betis è la squadra migliore fin qui affrontata dalla Roma: ha qualità tecnica, un palleggio precisissimo e movimenti senza palla invidiabili; non punta sul pressing e sui ritmi alti, ma gioca un calcio di notevole spessore e non spreca una giocata: Guardado, Fekir, uscito prestissimo per infortunio, Canales e Guido Rodrigues sono valori indiscutibili e fanno volume.