Allegri, lo scudetto e una festa che turba come si gestisce l’ansia da Triplete

La Repubblica (E.Gamba) – Senza nessuna fretta di bruciare le tappe, la Juventus s’è affacciata sulla stagione del raccolto: a Roma iniziano i venti giorni che le possono cambiare la storia, alla ricerca di un triplete che solo l’Inter centrò e, tanto per cominciare, del sesto scudetto di fila, impresa che in Italia non ha precedenti e che dunque colloca questa squadra in odor di leggenda. «Bisogna solo fare le cose con calma, una dopo l’altra» dice Allegri, che sembra che stia uscendo per una passeggiata e non per l’affare del secolo bianconero. «Se stasera saremo bravi a vincere lo scudetto bene, altrimenti non staremo a spaccarci la testa e ci dedicheremo alla Coppa Italia. Francamente, di diventare campione in anticipo non me ne frega niente, mi starebbe bene anche all’ultimo minuto. L’importante è che sull’albo d’oro ci sia scritto Juventus». Fare le cose con calma: ecco l’ideona, a quanto pare. «Alla finale di Champions ci penserò quattro o cinque giorni prima, bastano e avanzano per prepararla: bisogna arrivarci calmi, sereni e consapevoli di poterla vincere». La leggenda va affrontata e manovrata con leggerezza, quasi non fosse nemmeno leggenda. E dunque non c’è nessuna ansia di chiudere i conti già stasera, in una sfida scudetto molto ipotetica (la Roma è seconda, ma è più corretto definirla la prima di un campionato diverso), nella quale un pareggio sarebbe sufficiente. L’orientamento della partita dipenderà molto dal risultato pomeridiano di Torino-Napoli: se gli azzurri non vincessero, è molto probabile che il pari diventerebbe sufficiente pure per i giallorossi.

Di sicuro, il popolo romanista sembra abbastanza insensibile agli eventi: stasera sono attesi 50 mila spettatori, la metà dei quali dovrebbero però essere juventini. Il giallorosso medio ha in testa soprattutto il 28 maggio, giorno del giubileo di Francesco Totti (che questa sera, in assenza di Dzeko, ha qualche chance di partire titolare), e sembra non troppo interessato alla volata per il secondo posto, una vicenda effettivamente più economica che tecnica e quindi non troppo appassionante. Però prova un certo ribrezzo all’idea che la Juve gli possa festeggiare il tricolore in casa e vorrebbe sottrarsi all’eventualità, anche se ormai all’Olimpico ci sono state più feste altrui che proprie, con dei picchi come la Coppa dei Campioni del 1984 o la Coppa Italia laziale del 2013, la cosiddetta “coppa in faccia”. La Juve vinse uno scudetto all’Olimpico nel 1973 (gol di Cuccureddu all’88’), quando la Roma un poco si scansò per evitare che del pari si avvantaggiasse la Lazio, mentre nel 2011 fu il Milan di Allegri a celebrare il titolo davanti al pubblico romanista. La Juve, in ogni caso, festeggiare con trasporto non potrà. «Dopo la partita torneremo in albergo, faremo cena e poi andremo a dormire», anticipa Allegri. I bianconeri, tra l’altro, domani dovranno cambiare hotel perché quando prenotarono non pensarono a prolungare il soggiorno in vista della Coppa Italia, per cui i loro giorni romani saranno fare e disfare le valigie, allenarsi un giorno all’Acquacetosa e un altro all’Olimpico e provare a tornare a casa con due terzi di triplete in tasca. Con calma.

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