Alisson: “Spalletti mi ha spiegato come mi devo comportare in campo. Szczesny? Non do molto valore a quello che succede fuori dal campo. Sono cresciuto con il mito di Buffon. Ho scelto la Roma perché fin da subito ha riposto grande fiducia in me. Giocare con Totti è un onore, è un grandissimo idolo mondiale. Sono un leader che guida la difesa” – FOTO e VIDEO

alisson roma

Alisson Becker, nuovo portiere della Roma, ha parlato in conferenza stampa nel ritiro di Pinzolo. Il brasiliano è stato presentato da Mauro Baldissoni, d.g. giallorosso. Queste le parole del dirigente:

Diamo il benvenuto ad un altro nuovo giocatore, Alisson Ramses Becker, la pronuncia è Alìsson. Molto giovane ma ha già presenze con il Brasile e 103 presenze con l’Internacional. La Roma ha già comprato una volta un giocatore dall’Internacional, Falcao, non possiamo che augurare a lui e alla Roma la stessa strada di successi che abbiamo conosciuto con Paulo Roberto. Benvenuto“.

Queste le parole di Alisson:

Hai parlato molto con Spalletti, cosa ti chiedeva in fase di rinvio?
Ho parlato con il mister, mi ha spiegato come mi devo comportare in campo e come devo far ripartire l’azione sempre da dietro, niente in dettaglio. Sono molto felice di essere qui, in un club che ha avuto un idolo come Falcao, spero di ripercorrere le sue orme.

Hai notato delle differenze tra l’Internacional e la Roma?
Se c’è qualche differenza forse riguarda l’allenamento specifico dei portieri. Il resto dell’allenamento con mister Spalletti è molto simile.

L’interesse della Roma per Szczesny è uno stimolo o un fastidio?
Sono molto concentrato sul mio lavoro e sono molto felice di essere qui. Non do molto valore a quello che succede fuori dal campo, devo dimostrare il mio valore e ripagare i tifosi, lo staff e il mister. Darò il mio meglio.

Preferisci lo stile di Buffon o quello di Neuer?
Sono cresciuto con il mito di Buffon, è sempre stato un mio idolo e l’ho sempre ammirato tantissimo. Negli ultimi anni ho apprezzato anche Neuer. Buffon è più forte tecnicamente probabilmente, Neuer ha più forza fisica e velocità. Ma sono entrambi grandi portieri.

Quando hai firmato ti avevano assicurato il posto da titolare, ora che succede se arriva Szczesny? A che punto è l’iter per il passaporto italiano?
Su Szczesny ribadisco che per me è un tema non molto importante. E’ un grande portiere, sono sicuro che ci sarà una concorrenza leale tra di noi, sono qui per dimostrare il mio valore e ripagare la fiducia. Per il passaporto non c’è ancora nulla di concreto, ma è una possibilità.

Perché hai scelto la Roma e non la Juventus?
Il motivo è molto semplice, per la fiducia che la Roma ha posto in me. Da subito mi hanno trattato da grande portiere, ho fatto la scelta giusta.

Quali punti di forza hai? Hai punti deboli su cui migliorare?
Interviene Baldissoni ridendo: “I punti deboli non li riveliamo”.

Alisson: “E’ abbastanza difficile parlare di me stesso. Mi ritengo un portiere rapido, veloce con un bel senso della posizione, sia tra i pali che nell’azione offensiva. Posso migliorare su tutti i fondamentali, qui alla Roma mi concentrerò in particolare sulle uscite di palla con i piedi, visto che qui è molto importante. Ma lavorerò su tutto”.

Ti aspettavi di fare meglio in Copa America? Sia dal punto di vista personale che di squadra…
Sì, certamente volevamo far meglio, l’obiettivo era vincere. Ma il calcio è così, si vince e si perde. Il calcio brasiliano attraversa un momento difficile, siamo in un periodo di ricostruzione, ma vogliamo tornare gioie ai tifosi brasiliani.

L’evoluzione del portiere prevede un maggior uso dei piedi…
Personalmente a livello di club a partire dalle categorie inferiori ho provato a giocare con i piedi, con un occhio al calcio moderno ed europeo. Anche il Brasile gradualmente si sta adattando, pur rispettando la nostra filosofia di gioco. Un tifoso quando vede un retropassaggio tende a rumoreggiare, ma tutto ciò sta cambiando. Da sempre ho provato a giocare con i piedi, chi mi ha visto all’opera con la Nazionale ha potuto vedere che mi sono sempre messo a disposizione dei miei compagni.

Che sensazione è giocare con Totti? Ti ha già detto qualcosa?
Per me significa moltissimo, è un grandissimo onore, è un idolo italiano e mondiale. Mio nipote, il figlio di mio fratello, si chiama Francesco in suo omaggio. Non ho ancora avuto occasione di parlarci molto, perché parlo ancora poco l’italiano.

Come sta andando l’impatto con la nuova realtà? Hai avuto modo di parlare con Doni?
Non conosco Doni personalmente, lo conosco di fama, mi piacerebbe conoscerlo. Sull’ambientamento: Roma è una città molto simile a Porto Alegre per il clima, la difficoltà maggiore è quella della lingua, ma non credo di avere grossi problemi, già in Brasile ho studiato l’italiano. Non credo di avere problemi di ambientamento.

Si parla molto dei brasiliani discontinui, può essere la costanza il tuo punto di forza?
Sinceramente non sapevo di questa visione sui portieri brasiliani. Ribadisco che sono concentrato sul lavoro quotidiano, voglio migliorare. Per un portiere è fondamentale la costanza, non ci possiamo permettere di giocare bene una partita e poi in maniera insufficiente.

Perché il numero 19?
Niente di particolare, nessun significato speciale. Era uno dei numeri a disposizione. Anche in precedenza non ho mai indossato numeri con significato particolare.

Falcao ha detto che a volte usi più l’impeto che la testa e che hai problemi nel guidare la difesa…
Non mi era giunta voce di queste dichiarazioni, mi sorprendono, dell’Internacional sono diventato anche capitano proprio per le mie capacità da leader e nel guidare la difesa. I portieri devono usare la forza, ma anche la testa. Questo è il calcio.

Baldissoni chiude la conferenza: “Non ci risultano queste dichiarazioni di Falcao”.

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