Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – Estate, tempo di prestigiosi tornei. Né mondiali né europei in questo 2019 ma una maxi-rassegna interplanetaria che chiama in causa tutti i principali continenti. E se non ci saranno romanisti in Coppa d’Africa (21 giugno-19 luglio) e in Coppa America (15 giugno-7 luglio), dovremo osservare con grandissima attenzione ciò che sapranno fare i talenti giallorossi nel campionato Europeo Under 21, al via domani nel nostro paese.
Nicolò Zaniolo e Lorenzo Pellegrini. Tra i pochissimi volti felici di una stagione, l’ultima, totalmente da dimenticare per una Roma incapace di raggiungere alcun obiettivo di lustro e rilievo. Due prospetti importanti (rispettivamente classe ’99 e ’96) che nei mesi scorsi hanno mostrato talento e guizzi notevoli. Per loro è un’enorme chance, un palcoscenico di assoluto rispetto per esibire a livello internazionale le proprie qualità. Magari, perché no, ripercorrendo le orme dei due miti giallorossi chiacchieratissimi ancora oggi, per differenti motivi: Francesco Totti, che lunedì chiarirà una volta per tutte il suo futuro, e Daniele De Rossi, costretto a non fare più parte della Roma (da giocatore) a partire dal prossimo ritiro estivo. Due totem, istituzioni romaniste e del calcio italiano, che iniziarono a scrivere la storia partendo proprio dall’Europeo dei fanciulli.
Era il 1996 quando un giovane Totti dipingeva calcio d’alta scuola con la maglia azzurra. Anzi, azzurrina. In panchina, Cesare Maldini. L’uomo che due anni più tardi, da selezionatore dell’Italia dei grandi, avrebbe escluso ingiustamente Francesco dalla lista dei convocati per il campionato del mondo in Francia. Tant’è. Esattamente un decennio prima del trionfo in Germania, il campioncino di Via Vetulonia (assieme ai suoi futuri compagni “mondiali” Buffon e Cannavaro) si andò a prendere lo scettro continentale, battendo in finale (ai rigori) la Spagna padrona di casa dopo aver eliminato, con un suo gol, i francesi nel turno precedente. Nel 2004 toccò invece a Daniele De Rossi guidare la baby Nazionale, da stella assoluta del gruppo di Claudio Gentile. In Germania, luogo evidentemente “fortunato”. Un gol, quello del vantaggio, nel 3-0 rifilato in finale alla Serbia & Montenegro. Lo squillo d’autore di un centrocampista già imponente e maestoso.
E’ andata un po’ meno bene ad un altro romano e romanista, Alessandro Florenzi, pilastro dell’Italia Under 21 di Devis Mangia che nel 2013 sfiorò soltanto il trono europeo, perdendo per 4-2 a Gerusalemme la finalissima contro la Spagna dei fenomeni Isco, Thiago Alcantara, Koke e Morata. Ora, a 6 anni di distanza, tocca a Zaniolo, alla sua prima partecipazione al torneo continentale, e a Lorenzo Pellegrini, già conoscitore della competizione, avendola disputata nel 2017 in Polonia, sempre sotto la guida di Gigi Di Biagio. Percorso conclusosi in semifinale, per mano dei soliti spagnoli, trionfatori contro gli azzurrini per 3-1 grazie alla tripletta di Saul Niguez e in seguito sconfitti dai tedeschi nell’ultimo atto. Le giovani furie rosse che, segno del destino, Nicolò e Lorenzo sfideranno proprio domani, nel match inaugurale dell’edizione 2019, al Dall’Ara di Bologna. L’occasione giusta per iniziare bene, nel tentativo di emulare, sino al successo finale, le vecchie imprese di Francesco e Daniele.