De Rossi: «L’ultimo anno? Spero sia il più bello»

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Il Messaggero (S.Carina) – Aspettando i preliminari di Champions, la Roma, affrontando il Liverpool nella notte appena trascorsa (replica oggi su Roma Tv alle ore 22.30), ha riassaporato il profumo europeo. E poco importa se si è giocato a Saint Louis: il confronto con la squadra di Klopp è stato il primo esame per capire a che punto è il gruppo di Spalletti. È curioso di capirlo anche De Rossi che alla vigilia della partita ha tenuto a rimarcare «come noi nazionali siamo tornati presto, perché sapevamo che ci sarebbe stato un impegno decisivo come i play-off di Champions».

SFIDA ALLA JUVE – Daniele, insieme a Totti (omaggiato da Gerrard in un’intervista al sito del club giallorosso: «È una leggenda, un re. In campo vede cose che gli altri non vedono. È unico»), Spalletti e Sabatini, ha il contratto in scadenza il prossimo giugno. Se il capitano ha già deciso (nonostante alcune frasi di Pallotta e di Lucio possano alimentare qualche dubbio) che questo sarà il suo ultimo anno da calciatore, De Rossi ha deciso di rimandare il discorso relativo all’eventuale rinnovo ai prossimi mesi: «Sono serenissimo, proprio perché non ci sto pensando. Prima o poi dovrò farlo, ma non ora. Proprio perché potrebbe essere l’ultima perché non farla diventare la più bella? Quello è il mio obiettivo, non sarà facile. Il ciclo della vita di un calciatore è ben chiaro. Un uomo maturo deve essere al passo col suo fisico e la sua dignità, quindi ogni decisione sarà vissuta con grande serenità. Non c’è nessun cataclisma che deve accadere affinché io rimanga o meno alla Roma, per ora non ne abbiamo mai parlato e ho deciso io perché non mi farebbe bene». Meglio allora concentrarsi sul campionato che sembra avere soltanto un padrone, la Juventus: «Non si deve essere frettolosi nel catalogare le stagioni già ora. Il calcio mi ha insegnato che la percezione che si ha ad agosto non è sempre reale. Il calcio, anche se la Juve ha fatto una squadra stellare, ci ha insegnato che tutto può succedere. Guardate il Leicester, il Portogallo o la stessa Italia che non era quotata per fare bene e invece ha fatto un’ottima figura pur non vincendo». E per coronare il sogno, detta la via: «Prepariamoci come stiamo facendo senza pensare ai giocatori del Napoli e della Juve. L’importante è lavorare ed essere forti ovviamente, perché se sei distante anni luce da chi è davanti non se ne deve parlare. Questo però non è il nostro caso, noi siamo una squadra forte che gioca bene. Si tratta anche di continuità, sono già sei mesi che lavoriamo col mister e quindi ci conosceremo ancora meglio. Poi si vedrà, c’è la prima partita la seconda e così via. Iniziamo provando a vincere queste, una per una».

L’INTERVENTO SLITTA – Chi invece, suo malgrado, avrà modo di aggregarsi alla squadra soltanto a fine dicembre, è lo sfortunato Mario Rui. Che ieri ha posto fine alla prima parte dell’Odissea che ha vissuto negli ultimi giorni arrivando a Roma con un ritardo di oltre 12 ore a seguito di un guasto sull’aereo che sarebbe dovuto partire sabato da Boston. Ora inizia il momento più delicato per il portoghese: dopo un paio di giorni di fisioterapia per sgonfiare l’arto, venerdì si opererà a Villa Stuart dal professor Mariani per ovviare alla lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro.

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