Così il saggio Ernesto ha zittito gli scettici

Corriere dello Sport (A.De Pauli) – Al momento dell’annuncio uffciale, qualcuno ha storto il naso, ma visti i risultati nessuno osa più muovere la minima critica verso il saggio Ernesto Valverde, persona perbene scelta per raccogliere l’eredità di Luis Enrique. Dopo una partenza complicata, resa ancor più complessa dalla fuga di Neymar, che ha costretto a stravolgere i piani, a cui si è subito aggiunta la traumatica doppia sconfitta con il Real in Supercoppa di Spagna, l’ex allenatore dell’Athletic Bilbao ha avuto il grande merito di riportare tranquillità, restituendo un ruolo centrale ad alcuni giocatori, come Iniesta e Jordi Alba, che erano finiti ai margini nell’ultima fase della gestione di Lucho.

La più grande intuizione, accompagnata da una dose di coraggio, è stata la svolta dal dogmatico 4-3-3 made in Barça a un più razionale 4-4-2, che ha garantito, finora, una migliore occupazione degli spazi e la possibilità di concedere ulteriore libertà d’azione a Leo Messi, che sulla lavagna risulta uno dei due attaccanti, ma che in realtà si muove un po’ dove gli pare. Il gradevole modo di fare del Txiungurri, poi, sembra aver riportato anche un clima più sereno all’interno di uno spogliatoio che pareva scarico dopo la gestione ad alta tensione del predecessore.

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