Corriere dello Sport (R. Maida) – A un anno e mezzo dall’esordio mondiale in Qatar, Nicola Zalewski si trova davanti a un’altra grande occasione di visibilità internazionale: in questo senso la scelta di rappresentare la Polonia, la patria del compianto papà, si è rivelata azzeccata.
Anche nella Roma aveva dimostrato di essere un gelido finalizzatore quando si tratta di piazzare un pallone sul dischetto. Con De Rossi ha trovato molto meno spazio di quanto avrebbe desiderato (solo quattro volte titolare in Serie A) e non ha mai fornito prestazioni di grande qualità. E’ possibile che dipenda anche dal ruolo: con Mourinho si era abituato a giocare a tutta fascia nel 3-5-2 mentre nella nuova gestione è tornato all’antico, a muoversi venti metri più avanti come faceva ai tempi della Primavera. Gli è però sempre mancato il guizzo negli ultimi metri, anche se nell’ultima partita a Empoli è sembrato tra i più vivaci e convinti.
Il torneo di Germania 2024, che gli consentirà a 22 anni di partecipare alla seconda grande manifestazione per nazionali, può essere determinante per il suo futuro. Ma è presto per scrivere già il finale della storia. Zalewski, il polacco di Poli, è legatissimo alla squadra del cuore e spera in cuor suo di rimanere. E’ chiaro però che potrà farlo a determinate condizioni: il contratto che scade nel 2025 non è mai stato mai discusso. Ora toccherà a Ghisolfi valutare se convocare l’entourage per trattare il rinnovo. Ma la sensazione è che la Roma stia aspettando proprio l’Europeo e le conseguenti risposte del mercato.