La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Le grandi manovre del centrocampo giallorosso. Perché quello che era nell’aria già da un po’ alla fine ieri si è materializzato: dopo un solo anno Nemanja Matic lascia la Roma e se ne va al Rennes. Nonostante il rinnovo scattato in estate per un’altra stagione e un amore da parte della piazza altissimo, che lo ha sempre considerato il miglior giocatore della scorsa annata, subito dopo Paulo Dybala.

Ed invece alla fine i mal di pancia del centrocampista serbo hanno avuto il sopravvento su tutto il resto, con Tiago Pinto che ora si trova a dover trovare un giocatore in più (e sono almeno 4, se non 5: il difensore, l’altro centrocampista e una o due punte). E quel giocatore il general manager giallorosso lo ha individuato in Leandro Paredes, che alla Roma ci è già stato e che nella Capitale ha ancora casa di proprietà, tra l’altro.

Adesso, quindi, è finita davvero. Matic lascia la Roma e se ne va al Rennes, con un accordo biennale fino al 2025 (con opzione anche per una terza stagione). La situazione era ballerina da giorni, con il serbo che aveva manifestato un «disagio» sempre più evidente per la sua permanenza in giallorosso. Tanto che il Rennes ad inizio settimana aveva chiesto alla Roma di svincolare il giocatore, cosa che a Trigoria ovviamente non hanno neanche preso in considerazione.

Così i francesi ieri hanno presentato un’offerta ufficiale di 3 milioni di euro (bonus compresi), offerta accettata da Pinto (e che permette ai giallorossi di fare una plusvalenza al 100%, visto che il giocatore la scorsa estate era arrivato a parametro zero dal Manchester United). Quel che stupisce, però, è che Matic al Rennes in due anni guadagnerà poco più di quanto avrebbe fatto alla Roma in uno.

Ed allora Matic va via non per una questione economica, ma per motivi strettamente personali. A pesare sarebbe stato pare soprattutto un forte dissidio avuto con Mourinho, per questioni legate a fatti di spogliatoio. Matic si sarebbe sentito tradito dal tecnico con cui aveva sempre avuto un rapporto importante. Così a partire dal 30 luglio, nel ritiro portoghese, il serbo ha iniziato a dare segnali di insofferenza e a pensare all’addio. Iniziando a fare sempre e solo lavoro individuale per un presunto affaticamento muscolare. Un modo inequivocabile per andare alla rottura.

Con il giocatore ci ha parlato prima Tiago Pinto, poi di nuovo Mourinho, senza però riuscire a risolvere il problema. Un comportamento, quello di Matic, che ha spiazzato il club e ha evidenziato come non fosse più a suo agio a Trigoria. Con la Roma che, così, ha poi deciso di accettare l’offerta francese, anche perché tenere un giocatore controvoglia non sarebbe stato di fatto produttivo. Anche per quegli equilibri di spogliatoio che nel frattempo si erano complicati. E non di poco.

Così Matic prima non è partito per Tolosa, poi ieri per Tirana. Un aereo però lo prenderà e sarà quello che lo porterà in Francia, a Rennes, lui che in vita ha già giocato in Serbia, Repubblica Ceca, Olanda, Portogallo, Inghilterra e Italia. Ora la Francia, chissà se la scelta sarà stata davvero giusta. Peccato, però, perché per professionalità, carisma e leadership aveva conquistato i tifosi. Per andarsene, un big che in carriera ne ha viste e vissute tante, qualcosa di grave deve essere successo.

Ora, ovviamente, Pinto si trova a dover comprare un centrocampista in più, oltre a quel Renato Sanches che spera di chiudere nella prossima settimana. Il nome caldo resta quello di Leandro Paredes, l’argentino che a Roma ci è già stato e che vuole andare via da Parigi per due motivi: perché al Psg gioca poco e perché la famiglia non si sente più sicura nella capitale francese, anche dopo quanto successo a Donnarumma.

Su Paredes ci sono però altri club, tra cui il Galatasaray, che offre 6 milioni e che dal Psg ha comprato Icardi (10 milioni). La Roma sta invece lavorando per il prestito con diritto di riscatto, considerando anche gli ottimi rapporti tra le due proprietà (il Psg parteciperebbe allo stipendio da 8 milioni). Paredes preferisce Roma Istanbul, ma non aspetterà in eterno. Insomma, bisognerà fare presto.