Corriere della Sera (M. Ferretti) – Gli allenatori sanno cose che i critici, saccenti e presuntuosi per natura, pensano di sapere senza rendersi conto, però, che nulla (o poco, va) sanno. Questione di ruoli, di mestieri. Giusto così. Meglio così. Ecco che allora, quando si tratta di analizzare in anticipo ciò che verrà, il critico si affida, fiducioso e tronfio, al condizionale, soprattutto al “potrebbe”, che tutto sembra spiegare ma che realmente niente spiega. Però fa scena, dà un tono. Aiuta chi va in cerca di aiuto. Complicato, mettendo da parte il “potrebbe”, fornire certezze su cosa avrà preparato De Rossi per la delicata partita di stasera in casa dell’Atalanta.

Di certo, qualcosa DDR avrà studiato, conoscendo la sua passione nella passione di cercare soluzioni valide (sulla carta, ovviamente) per qualsiasi problema. Non occorre essere geni del calcio o della critica per rendersi conto, ad esempio, che la Roma (come confermato vistosamente l’altra sera a Leverkusen) ha un problema, serio, sulle corsie esterne. E che l’Atalanta invece ha una risorsa, importante, proprio sulle corsie esterne. Esterni deboli da una parte contro esterni forti dall’altra. Inevitabile ipotizzare che qualcosa di decisivo, là ai bordi della periferia del campo, accadrà.

Lecito pensare che DDR e il suo staff avranno studiato accorgimenti per evitare di concedere, in quelle zone di gioco, vantaggi sostanziosi all’avversario. Spazio, dunque, in Casa Roma a una novità “esterna” di natura tecnica oppure tattica? Questione di uomini o di modulo, insomma? Un po’ l’uno e anche un po’ l’altro, verrebbe da scrivere. Con la giusta dose di saccenza ma con presunzione pari allo zero.