Totti, il futuro possibile e la premiazione di Moggi

La Repubblica (G.Mura) – Cosa farà Totti? Vedremo tutte le possibilità, appena passerà l’angoscia. Non per il futuro di Totti ma per il tatuaggio elettronico che ci farà controllare i dispositivi, e non solo. Una pagina su Repubblica di ieri. Mea maxima culpa averla letta e riletta. Dovevo saperlo che queste finestre sul futuro mi attirano come un lampione la falena. Vince sempre il lampione. Dovevo resistere, ma provateci voi di fronte a questo titolo: “Il corpo come un telecomando”. Sottotitolo: “Circuiti più sottili di un capello e la nostra pelle diventerà touch”. La ricerca è dell’università tedesca di Saarland. In sostanza, i segnali elettrici dalla nostra pelle saranno trasmessi a un computer che li interpreta e li trasforma in comandi. Trascrivo: “Così i più piccoli dettagli anatomici, dalle lentiggini agli angiomi, sono diventati pulsanti. Hanno risposto a telefonate, scattato foto, aumentato il volume di una canzone… Al momento, lo studio si è concentrato sull’opportunità di sfruttare i tatuaggi a mo’ di schermi per smartphone. Ma ci si può spingere oltre”. Ecco, questo temevo. “Con una connessione senza fili a bassa potenza è possibile collegare gli e-tattoo a qualsiasi dispositivo che abbia il bluetooth. Così potremo controllare ogni oggetto smart che ci circonda: la televisione o persino le apparecchiature mediche”.

Quando il nostro corpo sarà un telecomando, bisognerà abituarsi a essere una pulsantiera. Memorizzare. Evitare, con una grattatina al naso, di attivare la doccia bollente. Informarsi bene: se in metrò inavvertitamente mi sfiorano un braccio, non è che s’accende il televisore? Peccato non ci siano più i film di Fantozzi. Ho immaginato una scena di seduzione tra il ragionier Ugo e la signorina Silvani, continuamente interrotta da una lentiggine che fa suonare al massimo l’inno di Mameli, da un neo che spezza la complice penombra accendendo tutte le luci del lampadario di finto cristallo (le famosi luci al neo), da un ombelico che scatta fotografie, da un angioma che fa impazzire il forno a microonde. E l’angoscia se n’è andata. Si può passare a Totti.

I dati: 1. Monchi ha detto che Totti chiuderà col calcio nella Roma a fine stagione. 2. Spalletti ha ammesso che sì, forse può aver danneggiato Totti, ma nell’interesse supremo della squadra. 3. Pallotta non ha detto nulla. 4. Tavecchio ha detto che in federazione può esserci un posto per Totti. 5. Infantino ha detto che in Fifa sarebbero onorati di dare un posto a Totti. 6. Totti preferisce non parlare dell’immediato futuro. Si ha l’impressione che aspetti qualcosa, che non abbia fretta, che non abbia ancora deciso, forse. 7. Nesta ha più volte detto che gli piacerebbe allenare Totti, a Miami. Avversari fin da ragazzini, capitano uno della Lazio l’altro della Roma, ecco una soluzione suggestiva. Altre eventualità. 1. Totti segue una delle sue più spiccate passioni e apre una cioccolateria. 2. Totti va al Milan. 3. Totti fa il centurione al Colosseo per beneficenza: ogni foto mille euro, tutti devoluti all’ospedale del Bambin Gesù o a Save the children. Da mettere in preventivo la rivolta degli altri centurioni. Sindaco Raggi in grave imbarazzo. 4. Totti fa il co-conduttore nel programma di Maurizio Costanzo. 5. Totti a Miami ci va davvero. Se non esagera con gli hot dog nel soccer può giocare fino a 45 anni. E poi se ci sono andati Pelé e Beckenbauer può andarci anche lui. 6. Totti fa coppia con Ilary anche in tv e presenta Le Iene, peggio di Mammucari non può essere. 7. Totti è protagonista del prossimo film di Sorrentino. Stiamo a vedere, senza escludere sorprese. Nel calcio succedono cose strane. Ad esempio, venerdì sera ad Alberobello Luciano Moggi è stato premiato dallo Juve club Pavel Nedved come miglior dirigente in tutta la storia della Juventus.

Poi, finché c’è il Giro avrò libri da segnalare. La cifra tonda, la centesima edizione, ha stimolato molti. Un libro di insolita impostazione è “La magia rosa” (ed.Bolis: occhio: magia, non maglia). È un dialogo tra due giornalisti bergamaschi di diverse generazioni: Ildo Serantoni è nato nel 1940, Federico Biffignandi nel 1989. L’origine bergamasca chiama in scena Gimondi, Savoldelli, il resto è il modo di seguire la corsa, di raccontarla, è il doping, il paesaggio, il ricordo di Merckx e di Pantani. Altro libro: “Il Centogiro” (ed. Ediciclo, introduzione di John Foot). Gli autori si raggruppano nel nome “Bidon, ciclismo allo stato liquido”. Bidon è la borraccia in francese. Sono in gran parte giovanotti sulla trentina cresciuti a pane e pedivelle, e questo è già qualcosa. In più, scrivono bene, appoggiati da giornalisti specializzati (Ballestracci, Giardini, Gregori, Pastonesi). Un racconto di due pagine per ogni anno del Giro. Hanno stile, sintesi, passione, pedalata efficace. In gergo si direbbe che non sentono la catena.

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