Toro-Roma, bivio per due. Dicembre vale una stagione

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La Stampa (R.Condio) – C’è una certa distanza, da un po’ di anni, tra Toro e Roma. Per essere chiari: i granata arrivano dietro i giallorossi dal 1993 e dal 1990 non li battono in casa. Ci riprovano oggi, per la 15a volta, ma lo fanno in uno scenario inedito. Più del -6 in classifica, poco rispetto al solito, contano condizione e prospettive. Lo stato di forma è opposto: Ventura, fresco di rinnovo, è reduce da tre vittorie di fila, coppa compresa; Garcia, mai così in bilico, esce dalla settimana più difficile del suo ciclo con i tracolli contro Barcellona e Atalanta e la contestazione degli ultrà «armati» di carote.

Gli otto giorni di Garcia – Il futuro prossimo, invece, è simile per entrambi. Nel senso che dipende da quel che succederà in questo dicembre appena cominciato. È il mese della svolta, quello che orienterà il 2016, non solo in campionato. La Roma è impegnata su tre fronti, anche se l’ottavo di Coppa Italia contro lo Spezia sa tanto di formalità. Oggi, però, scattano gli otto giorni che valgono un pezzo di scudetto e la sopravvivenza in Champions. Toro e Napoli in trasferta, con in mezzo il Bate Borisov in casa. In Europa serve un successo, ma potrebbe anche bastare un pari; in Serie A è vietato perdere ancora, ma sarebbe fondamentale riprendere a vincere. Manca ancora Salah, rientra Gervinho: di certo c’è che Garcia non può più perdere punti né tempo. Ieri ha sbrigato la pratica-conferenza stampa in un tempo record di 6’ netti rimasticando concetti ovvi: «Dal momento negativo si esce lavorando durissimo, come facciamo da domenica. Serve un risultato subito. Mi aspetto il 100% da tutti». Ha insistito sul gruppo. Ha lodato l’idea di ritrovarsi tutti a cena, nel ristorante del fratello di Florenzi, prima del mini-ritiro scattato giovedì: «Una prova di unità che aiuta la coesione». Vedremo oggi, in campo. Con il mirino puntato sulla fase difensiva che da fine settembre è un disastro: 25 gol presi in 12 partite e porta inviolata solo nel derby.

Ventura e l’ultimo scalpo – Il Toro ha tutt’altro morale. È ripartito di scatto facendo l’en plein con Atalanta e Bologna (le stesse avversarie che negli ultimi due turni hanno negato 5 punti su 6 alla Roma) e ora è di nuovo nelle condizioni ideali per misurarsi con chi ha più blasone e ambizioni. È arrivato in coda a un 2015 da incorniciare e ha quattro sfide a disposizione per renderlo indimenticabile. Prima del derby di Coppa Italia, ecco la Roma, tradizionale bestia nera. Delle quattro squadre che da inizio stagione si stanno alternando al comando, Ventura ha già battuto nell’anno solare Inter, Napoli e Fiorentina. Gli manca solo lo scalpo di Garcia per completare una collezione di vittime eccellenti, che comprende anche la Juve più Athletic Bilbao e Zenit S.Pietroburgo, schienate nella scorsa Europa League. Chiuderà il 2015 affrontando Sassuolo e Udinese: può cambiare molto incrociarle dopo aver finalmente sconfitto in casa i giallorossi. Può voler dire varcare la linea che separa un buon campionato da uno ottimo. E farlo con la consapevolezza mancata dopo il sorprendente avvio. Allora, il Toro aveva sbattuto il muso contro Chievo e Carpi. Oggi, più maturo anche se non ancora con l’organico al completo, ritenta il balzo contro la Roma: più difficile ma anche più bello.

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