Strootman: «Ora serve far vedere che la Roma è forte»

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Di centrocampo forte «parlano tutti, ma noi dobbiamo dimostrarlo sul campo». Kevin Strootman, alle 15.30 a Trigoria, aspetta a fare proclami. Ma tre ore dopo, all’Olimpico, anche Simeone parla esplicitamente di «centrocampo romanista forte». Se c’è quindi un reparto che stasera potrà e dovrà fare la differenza è proprio quello: nel cuore della squadra, perché testa sì, ma emozioni e carattere pure. L’Atletico si proverà a battere così, Di Francesco ha tracciato la strada, a Strootman, De Rossi e Nainggolan il compito di seguirla. E pure a Gonalons e Pellegrini, pronti a subentrare, senza dimenticare Gerson, come sottolinea lo stesso Strootman: «Perché è forte forte». Avrà modo di dimostrarlo, probabilmente non stasera che dovrebbe finire in tribuna perché là, nel cuore del campo e della squadra, c’è bisogno di corsa, polmoni, esperienza e carattere. «Ci servono leader», ha sintetizzato Di Francesco.

IL VERO KEVIN – E allora il primo è Strootman, che è pure il primo a volersi mettere alla prova: «È complicato rientrare dopo due anni, forse è cambiato qualcosa in me e nel mio gioco dopo l’infortunio, sicuramente mi devo preparare per giocare e allenarmi, fisicamente sto bene, lo scorso anno ho giocato più di 50 partite, ma quando sono stanco sbaglio le cose troppo facili e in questo devo migliorare. E se sono o sarò il vero Strootman me lo direte domani dopo la partita». Appuntamento ad oggi, quindi: il presente è questo, il futuro pure, visto che l’olandese ribadisce di non aver «mai pensato di lasciare la Roma, ho appena firmato il rinnovo per 5 anni».

INSEPARABILI – Fresco di rinnovo è anche Nainggolan, che ieri non ha avuto problemi ad ammettere che «nel Belgio manca gente di carattere come De Rossi e Strootman». Radja li vorrebbe accanto in nazionale come nella Roma. Ecco perché: «Loro sono persone che vivono in questo modo. Questa mentalità non la trovi da nessuna parte in nazionale». Mentalità, la chiave per stasera, una di quelle notti che, dice Strootman, «i calciatori vogliono sempre vivere. Anche per dimenticare quei 7’ di Mosca, con il Cska, in cui non ho fatto bene e tutta Roma lo sa».

NOZZE D’ORO – Era il 25 novembre del 2014, in campo c’erano De Rossi e Nainggolan e Kevin entrò al posto di Radja. Quella per Daniele era una delle 49 partite di Champions giocate, stasera brinderà alle 50a , in una coppa dove arrivato due volte ai quarti. Sono passati dieci anni, una vita. La stessa vita che lui ha deciso di dedicare alla Roma, da qualche tempo insieme a Strootman e Nainggolan. Gente di cuore e di carattere. Quello che servirà stasera. L’Atletico, più di tutti in Europa, insegna.

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