Stella o stalla? La rinascita di Bernard

La Gazzetta dello Sport (G.Di Feo) – Chi si ricorda del Mineirazo? La peggior umiliazione della storia calcistica della Seleçao è una cicatrice che brucia ancora per il Brasile, figuriamoci per uno che c’era e che il giorno dopo fu additato come uno degli uomini chiave in negativo dell’1-7 con la Germania. Scolari gli dette l’occasione d’oro da titolare nella sua città e nel suo stadio: al Mineirao di Belo Horizonte fino a un anno prima accendeva lui la luce della fantasia con la maglia dell’Atletico, era l’idolo di casa prima che arrivasse lo Shakhtar con un assegno da 25 milioni. Lahm ovviamente se lo mangiò, e da lì in poi si spense la luce su uno dei meninos de ouro del calcio brasiliano dell’epoca, un trequartista bravissimo a usare il fisico minuto (1.64 per 61 chili) come un vantaggio: primo passo e un difensore fatto secco, poi passaggio e via, senza altre cineserie.

La notizia ora è che Bernard sta tornando: al suo quinto anno di Shakhtar pare un giocatore nuovo, è sempre nel vivo della manovra, poche pause, tanti spunti, tigna anche nelle fasi calde e gol che pesano. Sono nove in stagione, compreso quello al City dell’ultima giornata. Vuoi vedere che il Brasile, che non lo chiama proprio dal Mondiale scorso, ha recuperato una stella? Se sì, lo chiameranno La Fenice di Belo Horizonte.

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