Stadio, le richieste del Comune per evitare il rischio ingorghi

Dopo lo tsunami estivo dell’inchiesta, i privati che sognano l’affare Tor di Valle sperano che le acque, in Comune, si siano calmate e tentano l’accelerata per portare a dama l’operazione stadio. Virginia Raggi ha fatto trapelare più di un’apertura, ma il Campidoglio pone condizioni. Lo aveva detto ieri l’altro l’assessore allo Sport, Daniele Frongia e lo hanno ribadito ieri mattina i dirigenti del Dipartimento Urbanistica nel faccia a faccia con il diggì della Roma, Mauro Baldissoni. Un vertice molto «fattuale», tutto tecnico e poco «politico», dice chi c’è stato, per cercare di capire come mandare avanti un’operazione travolta dall’indagine sul costruttore Luca Parnasi, accusato di corruzione, e che ha diverse falle anche dal punto di vista tecnico. Come riporta Il Messaggero, adesso nel progetto dopo molti cambiamenti resta da potenziare la malandata Roma-Lido, la peggiore ferrovia d’Italia secondo la classifica di Pendolaria. La Regione già da tempo ha stanziato 180 milioni per un adeguamento strutturale, ma sono fondi che andranno spalmati su tutta la linea, non solo sulla fermata vicino all’area scelta dai proponenti per lo stadio. Ma la grande incognita sono i nuovi ponti. Il primo, detto «di Traiano», che prima del taglio parziale alle volumetrie avrebbe dovuto essere pagato dai privati, è rimasto senza coperture, al netto degli annunci. L’altro ponte, «dei Congressi», deve ancora essere approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e le risorse per il progetto, in estate, sono state «definanziate» dal bilancio 2018 del Comune.

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