Spalletti: “Se si arriva secondi è come aver vinto il campionato. Monchi è il numero uno dei direttori sportivi” – FOTO e VIDEO

Pagine Romaniste (Da Trigoria F.Biafora) – Luciano Spalletti, allenatore della Roma, questo pomeriggio ha parlato in conferenza stampa in vista della partita di domani sera contro il Milan. Queste le sue parole:

Come ha visto la squadra questa settimana?
A me sembra che ci sia stata la reazione giusta, perché la squadra è dispiaciuta, c’è tanta amarezza. Io poi questa amarezza me la sento tutta addosso, è chiaro che poi quello che conta e l’espressione massima del nostro lavoro si deve sapere che viene fatta in fondo al campionato, per cui come sempre successo, ci sono partite che si perdono e poi la partita successiva diventa fondamentale per chiudere quello che è il discorso di come ti sei comportato, impegnato, di che professionalità e qualità hai. C’è quell’esame lì, quello della classifica a fine campionato, e questa diventa una partita fondamentale, c’è in ballo una posizione importantissima. Ci voleva la reazione e secondo me c’è stata e andiamo a giocare una partita difficile, perché così sarà.

Il Milan sembra in difficoltà, si aspetta una partita differente rispetto all’andata?
È un po’ quello abbiamo detto, quello che diventa l’espressione della tua qualità si vede nel lungo tragitto. Io penso che il Milan abbia perso un po’ di smalto rispetto la partita di andata, ci misero veramente in difficoltà soprattutto nel primo tempo, col loro palleggio e con gli esterni che entravano dentro il campo. Secondo me hanno mantenuto molte qualità, perché in questo periodo dove i risultati non gli danno ragione, ci sono stati molti episodi dove non sono stati premiati per il valore che avevano quegli episodi. Non deve poi fare testo sotto l’aspetto di che squadra andremo a trovare, io sono convinto che troveremo una squadra stimolatissima con un allenatore che prepara benissimo le partite. Per cui quello che dirò ai miei calciatori nell’aspettarsi l’avversario è che sarà quello della partita di andata. Perché hanno messo dentro qualche innesto, anche se giovane e inesperto, di assoluta qualità e assoluto futuro che da un momento all’altro, in un luogo o in un altro, esprimeranno tutto il loro valore.

Monchi ha detto che è venuto a Roma anche per Spalletti. Il corteggiamento è già iniziato?
Il presidente Pallotta fa vedere che intenzioni abbia, Monchi è il migliore e se l’è portato a casa, è andato a prenderlo. Lo volevano tutti. Poi c’è qualche società che tiene quelli che avevano perché hanno fatto bene come risultati, ma Monchi è quello che è voluto e guardato un po’ da tutti, lo raccontano quelli che hanno lavorato con lui e che ci si confrontano per fare mercato a livello europeo. Quello che ha detto di noi mi fa soprattutto piacere, è una visione che viene pulita, che viene da fuori, dove uno non è inquinato da quello che si dice sul luogo, lo guarda con la sua assoluta professionalità e chiarezza per farsi un’idea su un ambiente, arriva qui e ti dice “Mi sembra che tutto sommato la Roma stia facendo un buon lavoro in generale”. Poi è chiaro che ci sono delle cose che si tenta di migliorare con un lavoro da fare, però lui ha espresso un parere molto positivo per quello che è guardarci da fuori, dall’estero hanno la visione che lui ha raccontato a noi. A noi ha fatto piacere, a me altrettanto piacere confrontarmi con il numero uno dei direttori, mi ha già dato delle qualità e delle cose che tengo strette.

Un commento sui manichini e lo striscione al Colosseo?
L’episodio dei manichini secondo me non appartiene né ai tifosi della Roma, né ai tifosi della Lazio, né ai tifosi in generale che amano questo sport. Fa parte di persone deviate, di persone che hanno problemi. Tifare è sostenere, amare, gioire, criticare, dispiacersi. Iniziative come quelle evidenziano soltanto odio, cattiveria, livore gratuito, come quello ricevuto nell’articolo di Vocalelli quando poi tira in ballo i miei figli dentro un suo articolo per attaccare me. Io ho chiesto ai miei figli la domanda che mi ha proposto di farmi Vocalelli e gli hanno dato ragione, che ci sono partite che dovevamo sviluppare meglio e che erano criticabili, ma preferirebbero non essere tirati in ballo e non comparire nei suoi articoli, nelle analisi delle sconfitte della Roma. Loro sono studenti che vanno a scuola, andrebbero lasciati vivere senza nessun commento da una firma importante come lui.

Il terzo posto sarebbe un fallimento per la tua gestione?
Fallimento secondo me è utopia, fa parte di quel modo di voler far apparire le cose. Proviamo a chiederlo a 7-8 squadre se finire terzi è un fallimento, la stessa cosa si può chiedere ad altre squadre che hanno iniziato con lo stesso obiettivo. Io dico che il secondo posto è difficile da raggiungere come è sempre stato, anche perché crea l’accesso diretto alla Champions dietro la Juve, che per quanto hanno fatto vedere era impossibile metterci mano. La Juventus in questo campionato ha detto “Nessuno può mettere mano al primo posto, è nostro”, e se lo sono portati a casa. Ci rimane quell’altro obiettivo che fa vedere come lavori nell’arco di un campionato, il tragitto è lungo, tanti mesi e tante partite e tanti momenti dove ci si confronta con la squadra, dove c’è da dirgli le cose giuste, da prendere decisioni giuste. Altrimenti si rischia che nel girone d’andata fai vedere di giocare una partita importantissima e poi al ritorno non sei a quel livello di classifica. Noi questo accesso diretto, che vorrebbe dire lo scudetto delle contendenti alla Juventus, ce lo giochiamo con il Napoli, che a detta di tutti è una delle squadre più forti d’Europa. Loro sono i detentori di questa posizione, se tu gliela insidi hai lavorato bene, sono loro ad essere arrivati secondi. Anzi, amplio un po’ l’analisi. Noi quanto siamo partiti ad allenare la Roma, io e te (D’Ubaldo, ndr), visto che conta anche quello che scrivi e in percentuale minore l’alleni anche te, eravamo a cinque punti dall’Inter e ad una decina dal Napoli. Eravamo a cinque punti dalla Fiorentina. Per cui quando si fanno confronti riesce anche a me. Vediamo dove si finisce e poi te lo dico dove si è peggiorato o migliorato, dove si è fallito o non fallito. Si dovevano far meglio in alcune partite. Però poi non è che siamo usciti in Europa League da una squadra scarsa o abbiamo fallito completamente, ci sono state delle partite determinanti dove non abbiamo espresso tutta la nostra qualità e non abbiamo caricato bene il valore dei nostri calciatori uno sopra l’altro. Non siamo stati così squadra evidenziando il nostro meglio e la nostra totalità, però siamo partiti da lì. Ora siamo tanti punti davanti all’Inter.

Si, ma si è partiti con l’obiettivo Champions…
L’obiettivo lo crei tu chiedendoti quale sia il tuo obiettivo. L’obiettivo è sempre quello di vincere il campionato. Devi vedere da dove parti, bisogna vedere il lavoro. Io ho sempre detto che bisogna vincere e l’ho confermato. L’ho detto dietro richiesta tua, dei calciatori, di tutti. Bisogna vincere, poi nel lavoro ci sono dei momenti che ti portano via un giocatore e lo devi andare a rimpiazzare, ci sono queste cose che fanno parte. In generale dico che la squadra si è comportata molto bene, ha lavorato e l’ha fatto nella maniera giusta, la squadra è una squadra forte, che ha perso delle partite, che non è in alto mare come si pensa in questo momento qui in generale, è una squadra che deve reagire, deve far vedere la forza mentale e le personalità che ha, deve venir fuori da una sconfitta dove non ha dato tutto rendendosi conto di non aver dato tutto, deve avere una reazione più forte di quello che dovrebbe avere, più del dovuto perché ha concesso qualcosa, e quello che ha concesso deve trasferirlo in questa partita. Arrivare secondi, l’obiettivo, che vorrebbe dire aver raggiunto il massimo degli obiettivi, bisogna andarlo a dire a quegli altri che sono vicini a noi, cioè il Napoli, che tu hai scritto come una delle migliori squadre di Europa, e avete scritto bene perché è così. Il Napoli gioca uno dei migliori calci d’Europa, è un calcio fatto di pressing, di qualità di gioco, di corsa, di giocate, di tutto. Il Napoli è la squadra che tutti vorrebbero avere in questo momento qui e noi siamo a giocarsela con loro. E’ segno che tanto male non abbiamo fatto. Dire che il terzo posto è un fallimento… Sei un bell’uccello del malaugurio. Da un punto di vista mio, e mi porto dietro l’impressione dei calciatori, non ci fa timore andare poi a giocarsi la partita contro il Milan e contro la Juventus, che sono quelle che faranno la differenza. Fino a questo punto qui ci siamo arrivati con le nostre forze. Avendo fatto male domenica hanno dato uno scossone alla classifica perché ci hanno recuperato tre punti che sono tanta roba da dover digerire, però si va a giocare e si fa vedere il nostro valore. Se si arriva secondi è come aver vinto il campionato, se si arriva terzi è un lavoro importante e lungo, ci sono tanti numeri buoni come la media dei gol fatti, subiti. Poi c’è la partita contro il Porto, col Lione, il derby con la Lazio in campionato e in coppa, poi ci sono tutte le altre, che non sto a citare perché ci vorrebbe tanto, che sono quelle vinte che sono molte di più, per cui si continua a lavorare in quella che è una ricerca di dare alla Roma e ai tifosi una visibilità internazionale più importante possibile, poi terzo posto vuol dire essere dentro alle posizioni nobili, non fallimento.

Che ne pensa delle parole di Monchi su Totti? Doveva essere il calciatore a fare l’annuncio?
Per me essere uno che lo valuta all’esterno è difficile perché ci sono dentro fino al collo, quindi tirarmi fuori e andare all’esterno è difficilissimo. Dico che aspettiamo a dare degli aggettivi a Monchi, lui parlando di questo tema ha riportato soltanto quello che ha trovato, ha detto che Francesco o il suo agente hanno fatto un contratto l’anno scorso, non l’ha fatto lui. Lui ha in mano questo e riporta questo discorso qui. Lui essendo nel momento più importante della sua carriera ed essendo attaccato alla Roma vuole aspettare la fine del campionato e preferisce fare silenzio e dare tutta l’attenzione al finale di campionato. Qui si tratta sempre di riportare le cose dette con coerenza. Ho sempre detto che quella che è la gestione del calciatore io ci entro dentro, a me sembra che a voi stiano a cuore più le sue sorti che quelle di altri, ma per fare i risultati della Roma bisogna far attenzione a 20 calciatori. Per raccontare la carriera di Totti si osannano i suoi numeri, il suo decorso eccetera, per fare la formazione non si vedono i gol fatti due anni fa o la corsa di due anni fa ma si vedono gli allenamenti di ora, confrontandoli con gli allenamenti di un altro calciatore che vuole giocare uguale. Per esempio nell’episodio di Dzeko, si è riportato il fatto che lui lottasse per la classifica cannonieri. Si, ma Perotti, Salah o El Shaarawy vogliono fare il decimo gol che per loro vuol dire classifica personale per andare a far parte di un’altra squadra forte. Si è detto che per Dzeko la classifica cannonieri ha una prevalenza, ma dove sta scritto? Opinione vostra, una valutazione sbagliata e distorta di qualcuno che non sa qual è il lavoro diretto. Io dico che la gestione del campione e della storia di Totti la deve gestire il Presidente, ma mi sembra che il Presidente pensi di averla già fatta, poi se lui volesse esce fuori e mette a posto tutto. Ho letto tantissime volte dal suo entourage dicono e non dicono, ora è segno che si va fino in fondo al campionato, perché lui è interessato e poi dirà il suo pensiero. Sarebbe più facile se lo dicesse il prima possibile o andasse a richiedere le cose che giustamente devono essere valutate da una parte della società. Monchi non ha detto niente, ha soltanto preso pari pari quello che ha trovato e vi ha detto la sua gestione. E’ già apparecchiato, mangia la roba che è sul tavolo. Poi sulla maglia numero 10, ci entro da solo: si fanno valutazioni che non stanno né in cielo né in terra. La maglia se gestissi io la società non la toglierei, rimane viva e in vigore, non muore. Secondo me togliere la maglia è mortificazione, non esaltazione. Prima di Totti l’aveva Giannini, poi è venuto Totti. E’ un modo di ragionare obsoleto, vecchio. Anzi, ribaltiamo la cosa. Si può ricordare Totti bene? Si ricorda in tutte le maglie, piccolino, il numero 10 su tutte le maglie, così uno se lo può infilare dentro, rimane da qualche parte. Perché l’hanno fatto negli anni precedenti altri lo facciamo anche noi, ci si ruzzola dietro quello che hanno fatto gli altri e poi si arriva in fondo al campo… Si toglie la maglia? Che discorsi sono? Quello che ambisce a giocare con la maglia di Totti? Il bambino che se la merita, se l’è sudata, gli vogliamo togliere questa soddisfazione e questo traguardo? Mettiamo il 10 a tutte le maglie, teniamola viva, deve continuare a vivere il numero col quale Totti ha fatto queste grandi giocate. E’ insopportabile in questi tempi qui parlare di togliere la maglia. Poi può succedere di tutto, può darsi anche che la tolgano perché lo sento fare da più parti, ma questo è il mio pensiero. Se non la vedo più andrò al cimitero per vedere la maglia di Totti.

Come pensa di cambiare il volto tattico della squadra? Si può tornare alla difesa a quattro pura con due terzini?
E’ una visione corretta della tattica di squadra da adottare, sono ormai 4 partite che giochiamo con questa difesa a quattro quindi non sarebbe un ritorno ma una continuazione. Ci sono meno scalature da fare. Loro sono molto bravi a spingere con i terzini, ad abbassare con i centrocampisti, entrano in zona trequarti con le due punte esterne, più con Suso che con Deulofeu. Noi si vuole fare delle prese di posizione delle scelte corrette, è una cosa possibile.

Lei disse “Se Totti non rinnova io vado via”, le chiedo un chiarimento… Era una strategia?
Il chiarimento per quanto mi riguarda si fa a fine campionato, di quello che sarà la mia posizione. Anche qui gli si è creato spazio in eccesso, gli si è dato un taglio che va al di là del lecito. Il 60% degli allenatori che stanno in Italia non si sa se rimangono, ci sono 12-14 allenatori che non sanno, se vuoi li cito tutti. Qui è successa la fine del mondo sul tentativo di andare a caricare la squadra, essendo l’allenatore si deve fare. Io spesso le ho sbagliate queste cariche per come mi sono ritrovato (ride, ndr), però il tentativo era quello lì. Sul chiarire si deve arrivare in fondo al campionato. Questo pezzettino di campionato vuol dire moltissimo, è tanta roba sulla posizione che dobbiamo raggiungere. Ci sono partita difficile, ora il Milan e la Juventus, il Milan con Montella, un allenatore di rango, che ha fatto bene da tutte le parti ed è apprezzato da tutti i calciatori con cui ha lavorato. Sarà una partita difficilissima, contro una squadra forte, giovane e di gamba, preparata benissimo perché il suo allenatore si chiama Montella.

Gerson non lo vediamo da mesi, Grenier è un po’ sparito. E’ possibile che la poca alternanza a centrocampo ha influito sui risultati della Roma? Per Gerson è una punizione?
Io non passo avanti alla società e loro non passano avanti a me, c’è grande sintonia. Questa è una mia gestione, io non sono tanto comodo nello spogliatorio nel sentirmi dire questo lo lascio fuori. Quando un calciatore non lo utilizzi per molto tempo e vai fuori da delle competizioni, le partite iniziano a diminuire e non ti obbligano a fare turni ravvicinati i calciatori iniziano a essere quei 15-16. Se manca uno lo devi sostituire, vedi Strootman in questo caso, ma se ci fosse stato si va avanti con Strootman. Qualcuno viene penalizzato dalla gestione dell’allenatore. Io ho penalizzato Gerson e fatto giocar poco Grenier, che ha fatto vedere di avere quel livello lì quando c’è stato. Ma ho fatto giocare De Rossi, Strootman e Nainggolan, non calciatori che ci hanno fatto perdere partite. Si tratta di passaggi nella lunghezza del campionato di cui bisogna assumersi le responsabilità ed è una responsabilità mia dove posso anche aver fatto male.

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