Il Messaggero – Sacchi: “Klose e Borini, l’esempio non ha età”

Arrigo Sacchi, 66 anni il prossimo 1° aprile, dall’agosto del 2010 è il coordinatore delle nazionali giovanili. La Federcalcio si è affidata all’ex cittì azzurro, dopo il flop in Sudafrica nell’ultimo mondiale, per rinforzare l’Italia dalle fondamenta. Insomma l’Olimpico non deve diventare la rivisitazione di quanto accadeva al Colosseo e anche i media, non solo i tesserati delle due società, devono andare oltre per non creare un clima che può pure regalare lo spettacolo per un giorno ma resterà sempre fine a se stesso. Basta con il folclore: per ottenere successi, serve altro». Insomma prende le distanze dall’atmosfera, non dalla Lazio e dalla Roma. Per motivi differenti apprezza il lavoro dei due club e dei due tecnici. E’ in sintonia con i metodi di Luis Enrique, ma riconosce gli sforzi di Edy Reja. (…)

Sacchi, partiamo dalla Lazio che è terza e ha 7 punti in più della Roma. Stupito di vederla così in alto?
«No. L’ho vista giocare, alcune prestazioni sono state di livello. Non casuali. Ha offerto un buon calcio». (…)

Di Reja ha detto che non si fa trovare impreparato perché sa tutto del calcio italiano. Luis Enrique, invece, si deve ancora ambientare?
«La sua forza è nelle idee e nei metodi. Reja ha il vantaggio di essere da due anni alla Lazio e porta avanti un progetto italiano. Quello dello spagnolo è suadente, ispirandosi a formazioni che giocano un calcio propositivo. Punta sulla squadra per esaltare il singolo. Ma ci vuole tempo e bisogna darglielo. Per noi, da sempre, questo è uno sport individuale e specialistico. Per Luis è di squadra».

Quali sono le difficoltà della Roma?
«Alcuni giocatori non sono funzionali al progetto tecnico di Luis Enrique. Alcuni vorrebbero ma proprio non possono. E certi non sono disponibili nei suoi confronti. Si nota dai gol che prende la squadra, con disattenzioni incredibili».

E allora?
«A me, al Milan, cambiarono subito mezza rosa. Luis Enrique va bene solo se gli danno i giocatori giusti. Baldini è bravo, può aiutarlo. Oggi la Roma vive di alti e bassi. Negli alti si capisce che l’allenatore sta lavorando in modo efficace. E il suo progetto, dunque, è realizzabile».

Quanto è importante per il calcio italiano la presenza nel nostro torneo di Luis Enrique?
«È un amico, ma lo ringrazio a priori. Impone i giovani. È un prezioso alleato per il nostro movimento».

Anche di Prandelli. Sui comportamenti è più esigente del cittì. Secondo lei è stato troppo severo con De Rossi?
«Le regole, se ci sono, bisogna rispettarle. Non possono valere per Ciciretti e non per De Rossi. Comunque vorrei ricordare che io non portai Zenga e Vialli ai mondiali».

Un acquisto fatto dalla nuova Roma che secondo lei è funzionale al gioco di Luis Enrique?
«Borini. Lo conoscevo già per come aveva lavorato al Chelsea e con l’Under. Un grande rinforzo. Ha una motivazione straordinaria. Senza entusiasmo e passione non conti. Lamela ha colpi, ma è ancora discontinuo».
Il Messaggero – Ugo Trani

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