Sabatini verso l’addio a giugno, Pallotta non si oppone

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LaStampa.it (M.De Santis) – L’addio anticipato, spesso e volentieri soltanto ventilato, minacciato o usato come pura arma strategica, non è più un’eventualità astratta, ma un’opzione concreta. Tra Walter Sabatini, il ds tuttofare nel bene e nel male, e la componente americana della Roma, quantificabile nel presidente James Pallotta e in un paio di suoi consigliori, siamo quasi alla crisi matrimoniale del quinto anno. La convivenza sotto lo stesso tetto, programmata da contratto fino al 2017, proseguirà sicuramente fino al termine della stagione in corso, poi si vedrà. Le novità degli ultimi giorni sono che Sabatini, subito dopo la fine del mercato di gennaio, ha comunicato a Pallotta di aver iniziato a valutare se sia meglio continuare o interrompere il rapporto a giugno, pensiero più forte in questo momento, e il presidente giallorosso, per la prima volta, non ha opposto nessuna resistenza. Alcune delle cause, forse quelle principali, dell’inizio di un reciproco periodo di riflessione risiedono nel dietro le quinte romanista della sessione di mercato appena conclusa.

Agli occhi di Sabatini, escludendo i difetti di comunicazione interna e di tempistica nell’avvicendamento in panchina tra Garcia e Spalletti, non è passato inosservato il budget iniziale molto vicino allo zero assoluto stanziato dagli Usa. Così, per chiudere operazioni in entrata definite da un pezzo come El Shaarawy e Perotti (arrivato sul gong, solo dopo la cessione del giovane Mazzitelli al Sassuolo), il ds è stato di nuovo costretto prima a vendere tutto il vendibile (come Gervinho in Cina per 18 milioni più 1 di bonus) per poi, con il ricavato, pagarsi gli acquisti. Nei tormenti sabatiniani, inoltre, figura anche la crescente intromissione di Pallotta e dei suoi uomini di fiducia in faccende tecniche. Le premesse per arrivare alla definitiva rottura ci sono, ma non mancano neanche quelle per un possibile (duplice?) ripensamento. Sabatini, infatti, ha già abbondantemente impostato il mercato estivo con gli acquisti di Gerson, Alisson e un bel po’ di riscatti obbligati così come a Pallotta non dispiacerebbe affatto un altro giro di plusvalenze, tipica specialità del responsabile del mercato giallorosso. Forse solo soldi e interessi comuni, certamente non i sentimenti, possono salvare questo matrimonio in crisi. Adesso da separati in casa in pausa di riflessione, a giugno insieme per forza o da liberi divorziati.

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