Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma, ha rilasciato un’intervista a Gianlucadimarzio.com, soffermandosi su alcuni calciatori che aveva portato nella Capitale e che oggi stanno dimostrando tutto il loro valore altrove. Ecco le sue parole:
Alisson?
“Non partì titolare in giallorosso. Venendo dal Brasile doveva acquisire un po’ di tecnica europea. E poi davanti a lui c’era Szczęsny. Il brasiliano si innervosì ma gli dissi che avrebbe giocato le coppe. L’ha fatto ed è lì che è diventato grande. Davvero un grande portiere e un essere umano meraviglioso. All’inizio ci sono state delle incomprensioni ma può capitare. Volevo che lavorasse con Marco Savorani, un allenatore dei portieri eccezionale. Un cultore della tecnica e del saper stare in porta”.
Gerson?
“Lui era un giocatore ‘bellino’. A Roma lo prendevano in giro ed è stato disprezzato. Mentre nella vita sta dimostrando di essere un campione vero. Basti vedere che oggi è il capitano della sua squadra”.
Marquinhos?
“Erano i tempi di Zeman. Io lo presi un po’ prima ma c’erano delle pratiche da portare avanti essendo extra comunitario. Ci sono voluti un po’ di giorni. Aveva 18 anni, era un ragazzino. Indossò la maglia della Roma e non se la tolse più”.
Parole che lasciano spazio anche a un velo di rimpianto, ma che sottolineano ancora una volta l’occhio lungo di uno dei dirigenti più iconici del calcio italiano.