Roma, la melina sull’allenatore e il rischio fuga

La Gazzetta Dello Sport (A.Pugliese) – «Di Francesco? Non è cambiato nulla. C’è una clausola, va risolta la questione. Se ci riusciremo bene, potrà allenare altrove. Altrimenti resterà con noi. Contropartite tecniche? Lo escludo. Risolviamo la questione, poi casomai parliamo di giocatori». Il messaggio è chiaro ed alla Roma arriva da Giovanni Carnevali, d.g. del Sassuolo. Che non vuole sentir parlare di sconti sulla clausola da tre milioni. Tradotto, o la Roma si mette in testa di pagare o l’allenatore dovrà cercarlo altrove. Il problema, però, è anche un altro. E cioè che la Roma deve far presto per allontanare ogni possibile brutto pensiero nella testa dei suoi big, dei suoi giocatori più «appetibili». Perché questa situazione di stallo, la quasi partenza di Salah ed i mal di pancia di Rüdiger (già noti dalle parti di Trigoria) possono creare un effetto domino nella testa di qualcuno. Insomma, dove c’è incertezza si insinuano dubbi. Ed allora, per difendere il proprio patrimonio tecnico, Pallotta (nominato Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana) deve sbrigarsi a trovare la quadra sul tecnico. Il rischio, altrimenti, è che qualche tarlo si insinui nella testa dei migliori, complice anche l’addio di Spalletti.

I CONTI – La Roma, ovviamente, non è diventata di colpo un supermarket. Ed a Trigoria sono orientati a vendere un pezzo pregiato, al massimo due. Che, allo stato attuale, sono stati individuati proprio in SalahNon ha lasciato l’Egitto, è ancora lì dalla fine della stagione calcistica», ha chiarito su twitter il suo agente Ramy Abbas) e Rüdiger, che ha già in tasca qualcosa in più di una promessa da parte dell’Inter. In tutto, con queste due cessioni dovrebbero entrare nelle casse giallorosse circa 70 milioni, il necessario per mettere i conti in sicurezza. Anche se parte di quei soldi servono entro il 30 giugno e, ad oggi, per esempio l’Inter non si è ancora fatta avanti per il tedesco, causa problemi simili di fair play finanziario. Il problema è che urge dare un segnale per mettere al sicuro pure i pensieri di tutti gli altri intorno ai quali suonano sirene più o meno intriganti. «Se resteremo tutti potremo fare anche meglio di quanto fatto in questa stagione», ha detto Nainggolan. Ecco, quel tutti è di fatto impossibile. Ma già sapere con chi sarà possibile lavorare, chi sarà l’allenatore, potrebbe essere un buon punto di partenza.

I RISCHI – Altrimenti il rischio è che qualche big possa avvicinare gli altri pezzi pregiati e gli stessi possano cedere alle tentazioni. Su Dzeko, per esempio, è già piombato lo  Zenit di Mancini, con Edin che però ha detto «no, grazie». Ma poi non si sa mai. Ai russi, poi, interessa anche Paredes, uno che la Roma potrebbe anche decidere di sacrificare di fronte ad un’offerta interessante. A differenza invece di Manolas, soprattutto se poi dovesse davvero andar via Rüdiger. Ma bisogna far presto. Con l’allenatore. Insomma, meglio pagare 3 milioni che non rischiare un effetto­ domino. Per ora è andato via il team manager Zubiria, nuovo Chief of Football Officer della Concacaf.

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