Roma, Dzeko si prende la maglia e segna: il modo migliore per rispondere alle critiche

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Il Messaggero – Mister, mi dà una maglia? E perché dovrei? Per zittire tutti i critici. Ah, va bene allora: eccola. Dzeko convince Spalletti e a Udine gioca lui. Titolare. L’unione (contro i critici) fa la forza, sempre. Poi se i critici notano solo che Edin sembra il fratello di quello conosciuto e ammirato in passato nei migliori campionati europei, questo poco importa. I critici sbagliano a prescindere, si sa, anche se registrano soltanto l’involuzione (passeggera) inspiegabile di un grande giocatore, di uno che era venuto a Roma per segnare i gol scudetto e per questo accolto in pompa magna a Fiumicino lo scorso agosto. Dzeko gioca titolare a Udine, segna un gol da centravanti, sfruttando la minima disattenzione del suo marcatore, Danilo.

La Roma grazie a lui passa in vantaggio e la strada è spianata. Edin ritrova un pezzo di sorriso, perché il gol è la sua vita. E perché il non gol è necessariamente una condanna. Per questo, lo Dzeko che qualche tempo fa si era costituito in braccio ai suoi famosi detrattori, dicendo “la colpa è mia“, è stato sicuramente più lucido e onesto rispetto a quello che, a detta di Spalletti, gli dovrebbe chiedere il posto da titolare per dimostrare. Dzeko non ha nulla da dimostrare, doveva solo avere la pazienza di aspettare il momento buono. A Udine segna, sfiora il gol almeno in altre due occasioni: è partecipe, attivo, al di là della rete del vantaggio.

E ora dovrà dimenticare, o forse lo avrà già fatto, gli errori sotto porta di Madrid, concentrandosi di più su quei due assist che ha fatto per Salah al Bernabeu. E ripartire da questi sette gol in campionato (più due in Champions) e dalla buonissima prestazione di Udine. Ma il problema di Edin, al di là dei gol che fa o quelli che si mangia, è la luce che aveva improvvisamente spento, il sorriso che si era smarrito addirittura dopo la rete bomba di Roma-Juve. Ecco, questo deve ritrovare e se le critiche lo hanno aiutato a ritirarsi un po’ sù, tanto meglio. Che nessuno se la prenda, fa parte del gioco.

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