La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Erano passati poco più di 5 mesi da quel 10 maggio 2003 quando Daniele De Rossi, alla prima da titolare, si regalò all’Olimpico il primo gol in Serie A contro il Torino. Era il 21 ottobre, sempre di quell’anno, quando Daniele, al Corriere della Sera, si descrisse così: «Io come Totti? Non scherziamo, se lui è un cucchiaio io al massimo sono un cucchiaino». Modesto, De Rossi, che cercava di non montarsi la testa visti i tanti complimenti che riceveva. Uno, su tutti, in un racconto che solo Carlo Mazzone poteva fare così: «Quando ho saputo che la Roma cercava Cruz, mi sono consolato solo pensando che, forse, a Bologna avrei avuto a disposizione De Rossi. Era un bel sogno. Poi, me so’ svejato…».
UNICO – Niente Bologna per Daniele, che continuava la sua storia in giallorosso, e niente altri gol al Torino in carriera: tolto quello dell’esordio, bolide da 30 metri, non ha più segnato ai granata. Li ha affrontati spesso, 12 volte tra campionato e Coppa Italia, ma a parte il rigore procurato per Florenzi della stagione scorsa, non ha più lasciato traccia. Oggi ci riprova, fascia al braccio e carisma del leader, lui che quest’anno, prima che fosse frenato da un ematoma alla coscia, aveva ritrovato il rendimento, anche in zona gol, dei tempi migliori. In una Roma che ha un disperato bisogno di personalità, De Rossi è ancora più prezioso del solito, e anche ieri ha incassato la stima di Garcia, che ha citato lui e Totti in riferimento all’intervista di Burdisso alla Gazzetta : «Senza cultura del lavoro è complicato arrivare due anni di seguito secondi in Serie A. Noi abbiamo grandi campioni e grandi uomini come Totti e De Rossi, non si è campioni del mondo a caso. La leadership c’è nella rosa e nello spogliatoio».
LA SETTIMANA – Adesso i romanisti aspettano di vedere se ci sarà anche in panchina, in uno stadio dove Garcia non ha mai vinto. Il tecnico si affiderà agli uomini di sua fiducia e a De Rossi verranno chiesti, ancora una volta, gli straordinari: titolare oggi, mercoledì contro il Bate, domenica 13 a Napoli, contro un allenatore che stima come Sarri e in uno stadio che traboccherà di passione. Non si può dire lo stesso dell’Olimpico: il centrocampista è uno di quelli che più patisce l’ambiente che si è creato intorno alla squadra, lui che con i tifosi (anche e soprattutto quelli della curva Sud) ha sempre avuto un rapporto speciale.
NOZZE E CONTRATTO – Speciale è anche il rapporto con Sarah Felberbaum, la compagna che gli è accanto da più di quattro anni, la mamma della sua seconda bambina, Olivia, la donna che tra qualche settimana diventerà sua moglie. Sarà il coronamento di un amore, parole di Daniele, che gli ha «ridato la vita»: riuscisse a vincere anche un trofeo con la Roma, 8 anni dopo, inizierebbe il suo ultimo anno di contratto nel migliore dei modi. Il tutto in attesa di sedersi a tavolino con Pallotta per discutere del futuro: anche lui, come Totti, parlerà direttamente col presidente e non potrebbe essere diversamente, 13 anni dopo quel bolide contro il Torino.