Relax e incognite. Bologna, letargo di primavera

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La Gazzetta dello Sport (L.Aquino) – La sconfitta di lunedì sera contro il Verona ultimo in classifica, accolta dai sonori fischi del Dall’Ara, ha certificato la crisi del Bologna. Tre k.o. consecutivi e una vittoria in casa che manca da oltre due mesi hanno fermato la corsa di Donadoni. I rossoblù sono stati l’unica squadra a bloccare la Juventus nelle ultime 21 giornate, con quello 0-0 del 19 febbraio che interruppe la serie di 15 vittorie consecutive dei bianconeri, ma da quel momento non sono più stati gli stessi. Tanto che ieri prima dell’allenamento la squadra è stata tenuta a rapporto da Donadoni e l’a.d. Claudio Fenucci.

CRISI DEL GOL – Con 30 punti in 18 giornate e una difesa capace di non subire reti per quattro partite di fila, il Bologna di Donadoni si era issato dal terzultimo al nono posto della classifica, raggiungendo i 36 punti a 10 gare dalla fine della stagione. Come dire, salvezza in banca. Poi qualcosa, all’improvviso, si è inceppato. I problemi più evidenti sono in attacco, con appena tre reti realizzate nelle ultime nove partite e l’infortunio di Mattia Destro, che nei prossimi giorni potrebbe tornare in gruppo anche se difficilmente potrà essere già disponibile lunedì prossimo all’Olimpico contro la Roma, a complicare ulteriormente i piani. La lunga rincorsa in classifica dopo l’esonero di Delio Rossi ha provocato probabilmente un dispendio di energie, fisiche e mentali, che la squadra ha cominciato a pagare nell’ultimo mese di campionato. Gli uomini di Donadoni hanno staccato la spina e adesso non riescono più a ritrovare la brillantezza della fase centrale della stagione.

CHIACCHIERE – A questo si sono aggiunte le voci che hanno riguardato lo stesso allenatore e la tensione interna che porterà Pantaleo Corvino all’addio. «Troppe chiacchiere ci hanno condizionato negli ultimi tempi e hanno tolto attenzione al campo», ha detto Donadoni nel dopopartita del Dall’Ara lunedì sera. Il tecnico era finito nel mirino della Nazionale per il dopo Conte, prima che la corte di Tavecchio fosse stoppata dalle parole del presidente rossoblù Joey Saputo, un paio di settimane fa. «Non vedo perché no», ha risposto allora Donadoni alla domanda se siederà ancora sulla panchina del Bologna l’anno prossimo. È il suo modo di dire sì, anche se con una formula mai definitiva, che sembra lasciare aperto uno spiraglio a ogni imprevisto. Intanto da domani si penserà già al posticipo con la Roma di lunedì prossimo, da affrontare senza lo squalificato Giaccherini a depauperare ulteriormente un attacco già spuntato.

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