Perotti carpe diem. Sempre a segno nel giorno degli addii

Pagine Romaniste (S.Burioni) – Al posto giusto nel momento giusto. Potrebbe essere il motto di Diego Perotti che nella sua carriera non è mai stato considerato un vero e proprio goleador, ma che – dati alla mano – nei momenti importanti ci ha sempre messo una pezza. Immaginate che cosa sarebbe successo in quel 28 maggio del 2017, giorno dell’addio di Totti al calcio, se El Monito non avesse scagliato in porta il pallone del 3-2 per la Roma. Sì, perché proprio all’ultimo respiro Diego regalò ai giallorossi l’ingresso alla successiva Champions League e soprattutto cambiò volto a una giornata che si colorò anche di qualche sorriso per i tifosi, nonostante il doloroso ultimo saluto al numero dieci.

“The ball in the box”

È il 90’ quando Nainggolan sistema velocemente la sfera sulla trequarti genoana a seguito di un fischio per calcio di punizione. Poi un accenno di lamentela all’arbitro per la troppa vicinanza della barriera al punto di battuta. Ma non c’è più tempo, meglio battere subito. “The ball in the box” anticipa Fabio Caressa al commento. E così Radja si decide a calciare la palla, ma il cross è lento e si sta per spegnere fuori dall’area avversaria. Per un paio di secondi cala il silenzio nell’Olimpico, quasi come una presa di coscienza del fatto che a quella serata si sarebbe aggiunto anche il doloroso fardello del mancato ingresso in Champions. Fazio però si stacca dalla marcatura, ed ecco una speranza: l’argentino riesce a colpire di testa spedendo il pallone nel cuore dell’area di rigore. A raccoglierlo c’è Dzeko che prende posizione e serve Perotti a due passi dalla porta di Lamanna. In quel momento Diego si dimentica di tutte le conclusioni sbagliate nel passato e di sinistro scaraventa il pallone in porta con violenza liberando se stesso e tutto lo stadio in un urlo di gioia. E via di corsa senza maglia sotto alla Curva Sud, un’immagine che resterà intatta e viva nel corso degli anni a venire. Fu il primo gol su azione del Monito in quella stagione, quasi un segno.

Repetita iuvant

Un altro importante sigillo arriva nel giorno di un altro addio, due anni dopo. Questa volta a lasciare è Daniele De Rossi in una giornata caratterizzata dall’intensa pioggia. La Roma ha ancora l’opportunità di entrare in Champions League, sebbene le speranze siano quasi nulle. Battere il Parma infatti non sarebbe bastato. Al 34’ Pellegrini porta in vantaggio i giallorossi e la partita si stabilizza sull’1-0. Poi al 35’ della ripresa ecco che Claudio Ranieri chiama la sostituzione: il tabellone indica il numero 16 in rosso. Significa una sola cosa: standing ovation per il capitano. Ancora lacrime, ancora disperazione. Poi quattro minuti più tardi arriva la beffa con Gervinho che insacca per l’1-1. E poco importa a livello di risultato, ma il saluto a Daniele deve essere fatto come si deve. E chi se non Perotti per rimediare? Anche questa volta il numero 8 della Roma si carica la squadra sulle spalle e ad un minuto dalla fine sfrutta il cross di Under per battere a rete di testa. È 2-1 per la Roma e un addio all’altezza di Daniele che forse, nella sua testa, avrà pensato che il suo destino e quello di Totti sono troppo intrecciati per non avere lo stesso punto finale. Un punto finale che di nome fa Diego Perotti.

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