Per Veretout è una questione d’orgoglio

Corriere dello Sport (G. Marota) – La crisi del terzo anno ha travolto Veretout, inchiodato alla panchina durante la striscia positiva in campionato della Roma (solo 2 volte titolare nei 12 risultati utili) interrotta sabato scorso a Milano. Non dev’essere stato facile per uno come Jordan passare dall’essere soprannominato “Veretutto” al ruolo di riserva di lusso.

La storia di Veretout in giallorosso è cominciata con Fonseca: nel biennio capitolino di Paulo il centrocampista con la maglia numero 17 ha giocato 81 partite, saltandone solamente un paio per squalifica e le poche altre per problemi fisici o per scelte di turnover.

Anche Mourinho sembrava intenzionato a costruirgli attorno la sua idea di Roma. Almeno fio a gennaio. Poi qualcosa si è incrinato, soprattutto a causa dello scontro con la società sulla questione del rinnovo. Nonostante la volontà di Tiago Pinto di prolungare il contratto (scade nel 2024) a una cifra sui 3,5 milioni netti a stagione, il ragazzo ha fatto saltare il tavolo ritenendo di meritare uno stipendio da 6 milioni.

Veretout è retrocesso nelle gerarchie anche a causa di atteggiamenti che l’allenatore non ha gradito. Ma stasera, vista l’assenza di Oliveira (squalificato) e Mkhitaryan (infortunato), il 29enne di Anceris dovrebbe tornare a giocare una partita dall’inizio a distanza di oltre 2 mesi. 

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