Paulo Sérgio: “Continuo a tifare la Roma. La quarantena? La vita è più importante del calcio”

L’ex attaccante della Roma Paulo Sérgio è stato intervistato dal profilo di Twitter di Roma TV e ha parlato del momento che sta vivendo in quarantena e del suo passato in giallorosso. Queste le sue parole:

Come stai vivendo questo momento?

Siamo tutti a casa, è un momento triste, ho tanti amici anche in Italia ed a maggio dovevo venire a Roma. con questa situazione si dovrà rimandare al prossimo anno. La vita è più importante del calcio.

La Roma è una città che ti è rimasta nel cuore e i tuoi due anni alla Roma sono stati molto intensi: tu hai un grande ricordo di Roma e i tifosi hanno un grande ricordo di te…

E’ vero, nel primo anno ho fatto 12 gol, anche nel secondo. Poi sono andato al Bayern Monaco che voleva vincere la Champions League. Siamo riusciti, con Zeman, a costruire una bella squadra e due anni dopo che me ne sono andato hanno vinto lo scudetto.

A Roma ci ricordiamo i tuoi balletti, le tue esultanze dopo i gol, anche importanti…

Un gol importante l’ho segnato contro la Juve e anche contro il Milan. Sono stati bei tempi, e mia moglie non voleva andare via da Roma, però penso che siamo cresciuti tantissimo stando a Roma. Ho lasciato tantissimi amici, quando posso vengo subito.

Noi ci ricordiamo Paulo Sergio, Balbo e Totti. Fu un grandissimo tridente…

C’era anche Del Vecchio, poi Di Francesco che ora è allenatore. Ora io commento in tv il campionato italiano in Brasile.

Commenti spesso la Serie A…

Sì, ogni sabato commentiamo una partita e continuo a tifare la Roma.

Quegli anni era una Roma molto brasiliana. Te li ricordi tutti e 5 i brasiliani di quei due anni?

Io, Aldair, Zago, Cafù, Fabio Junior e Vagner.

Lo senti ancora Pluto?

Sì, ogni tanto ci vediamo e abbiamo fatto una partita contro l’Italia qua in Brasile. Ho ritrovato Aldair e altri.

Quando tutto terminerà cambierà qualcosa nel calcio?

Io penso di sì, c’è stato un periodo in cui molte squadre non hanno i soldi per comprare i grandi giocatori e pagarli, questo deve cambiare, non solo in Brasile ma in tutto il mondo. Non ci sono più i soldi di prima e la mentalità della gente deve cambiare. Possiamo essere migliori perché la situazione non è buona.

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