Pallotta: “Juve, attenta ti prendiamo”

Corriere dello Sport (R.Maida) – L’orgoglio splende in faccia ai rimpianti. Qualcosa di più si poteva fare, forse persino si doveva fare, ma già essere in corsa e in linea con i risultati di tante grandi squadre europee è un traguardo che un presidente ritiene di celebrare. Dagli Stati Uniti, dove ha trascorso le vacanze di Natale, James Pallotta analizza l’anno appena finito e al contempo lancia una nuova sfida agli “amici” della Juventus, un esempio manageriale da seguire ma anche un avversario da battere sul campo. «Non siamo lontani da loro – ha detto al sito della Roma e puntiamo a raggiungerli in termini di mentalità e stabilità societaria. Ci vorrà del tempo però sono sicuro che chi ci segue sta apprezzando il lavoro che stiamo facendo».

IL RUOLO – E pensare che il 2016 a un certo punto profumava di primato: «Vorrei essere primo in questo momento» ammette Pallotta. Argomentando così: «All’inizio del campionato abbiamo buttato via troppi punti che avremmo invece dovuto conquistare. Me ne sono convinto ancora di più dopo aver vinto nettamente (sic, ndr) contro Lazio, Milan e Chievo e dopo aver visto la partita contro la Juventus. Sì perché anche quella sera, dopo i primi dieci-quindici minuti, abbiamo giocato alla pari se non meglio di loro. Gli episodi non ci hanno premiati, altrimenti avremmo visto una partita diversa e magari la corsa scudetto adesso sarebbe più avvincente».

L’ELOGIO – Questo non significa arrendersi ai più forti e accontentarsi di consolidare il secondo posto. Anzi, Pallotta ha una teoria ben precisa sulle distanze tra Juve e Roma: «Credo che parte del gap dipenda dal fatto che Spalletti abbia lavorato soltanto un anno con noi. Per introdurre la mentalità di cui parlavo prima serve del tempo. Arriveremo a pensare un giorno di essere noi l’avversario più duro da affrontare per gli altri. Si può vincere o perdere ma bisogna riuscire a giocarsela con tutti. E’ in questa direzione che la Roma vuole muoversi». Nell’intervista naturalmente non si fa cenno alla questione del contratto di Spalletti. Presidente e allenatore si sono sentiti nelle ultime ore per lo scambio di auguri e non hanno ancora fissato un appuntamento per parlarsi vis-a-vis ma lo faranno alla prima occasione in cui Pallotta riuscirà a sbarcare in Italia. Non è con lui che Spalletti tratterà l’eventuale rinnovo ma è da lui che a gennaio, prima di firmare per la Roma, chiese di essere rassicurato sui programmi e sulle prospettive del club. Spalletti, che ieri ha radunato la squadra a Trigoria, è tornato molto carico dalle vacanze ed è sicuro che, con i giusti ritocchi sul mercato, la Roma possa restare competitiva su tutti i fronti (campionato, Europa League e Coppa Italia) e ritrovare velocemente un posto in Champions. «Se ci saranno le condizioni, firmo a marzo» ha spiegato prima di Natale, trovando fra i dirigenti ampia disponibilità.

SCACCHI – La Roma ha già offerto al suo allenatore il rinnovo almeno tre volte. «Deciderà Luciano il suo futuro» ha confermato il nuovo amministratore delegato, Umberto Gandini. Ma il problema non è soltanto, semplicisticamente, continuare se si vince. Spalletti è disposto a legarsi ancora alla Roma se riterrà di poter offrire un contributo allo sviluppo della squadra e della società. E se, come è legittimo nella sua posizione, non gli arriveranno offerte che considera appetibili. Di sicuro Pallotta, deluso da Rudi Garcia che pure aveva tanto amato nel primo anno italiano, ha espresso più volte le sue preferenze: con Spalletti la Roma ha maggiori possibilità di vincere. Se fosse solo una questione di soldi, non esiterebbe a rilanciare.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti