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Bacca va al Milan. Ora Galliani vuole Witsel

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Il Tempo (S. Pieretti) – Il Milan torna protagonista del mercato. Dopo l’acquisto di Bertolacci per venti milioni, ieri Galliani ha chiuso per il colombiano Bacca (5 anni di contratto a 2.5 milioni a stagione più bonus). Il club rossonero pagherà i 30 milionidella clausola rescissoria che ha preteso il Siviglia. Due colpi per sognare, Mihajlovic però ha chiesto di rafforzare ulteriormente il centrocampo: si va all’assalto di Witsel . Offerto contratto da 4,5 milioni a stagione al giocatore, ora bisognerà convincere i dirigenti dello Zenit che chiedono oltre trenta milioni per il suo cartellino. La prossima settimana è previsto un incontro tra Galliani e i dirigenti dell’Atalanta per Baselli . In casa Inter si complica l’arrivo di Imbula : il centrocampista del Marsiglia avrebbe rifiutato il trasferimento.

Difficoltà anche nelle operazioni in uscita: si complica la cessione di Kuzmanovic e Santon al Watford, prende forma la trattativa col Fenerbahce per la cessione del colombiano Guarin : i turchi hanno offerto sette milioni, l’Inter ne chiede dieci. In uscita anche Kovacic , Juan Jesus Shaqiri . La Juventus valuta le offerte per Paul Pogba . Il Barcellona continua a corteggiare il francese che – in caso di cessione ai catalani – resterebbe un’altra stagione in bianconero. Ma in agguato c’è anche il Manchester City:Marotta valuta l’offerta, nell’operazione potrebbe entrare anche Jovetic .

Il Napoli continua a portare avanti la trattativa col Torino per l’esterno difensivo Darmian . Necessario alzare l’offerta per arrivare ad Allan dell’Udinese. I soldi potrebbero arrivare dalla cessione di Callejon che è nel mirino dell’Atletico Madrid: la richiesta è di 15 milioni. In partenza anche Zuniga che piace alla Sampdoria. Il Chievo sull’attaccanteAbel Hernandez.

Touré: «No a Mancini per poter diventare come Totti e Maldini»

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La Gazzetta dello Sport –E’ stato il tormentone per alcuni mesi, perché per alcuni mesi Roberto Mancini era convinto di poterlo avere con sé e di poter ripartire da lui. Lui è Yaya Touré, che a un certo punto ha deciso di restare al Manchester City dopo che ­ allo stesso allenatore dell’Inter ­ aveva fatto capire che un addio all’Inghilterra sarebbe stato assolutamente possibile. «Solo voci» ha detto poi. E la verità alla lunga si saprà, o quantomeno sta venendo fuori in parte.

BANDIERA L’ivoriano, dopo aver flirtato per molto tempo con l’Inter, alla fine della Premier incontrò il presidente del Manchester City per parlare della propria eventuale cessione. In quel momento successe che tutto rimase com’era, quel colloquio portò semplicemente al nulla di fatto perché Yaya venne convinto di restare in Inghilterra magari con un adeguamento e un allungamento di contratto. Così, l’Inter è andata diretta su Kondogbia, quello che per il presidente Erick Thohir è un Touré più giovane, colui che comunque dà al progetto ­Inter maggior futuro. «La verità ­- dice Touré al Manchester Evening news – ­ è che in questa squadra voglio diventare una bandiera, il sogno di ogni giocatore che non vuole tradire la fedeltà dei propri tifosi».

CONVINCERE Touré spiega e argomenta. «Ho provato a convincere alcuni miei compagni a restare nel City. Loro mi hanno chiesto il perché, un po’ sorpresi. Gli ho risposto che così hanno fatto i Baresi, i Maldini e i Totti nelle loro rispettive squadre. Loro sono rimasti a lungo, diventando delle bandiere. Vedere che la gente ti segue è importante e gratifica, sia come persona che come calciatore. E a volte è difficile deluderla, questa gente. E’ stato importante anche il peso e l’affetto dei tifosi, e a volte è difficile deluderli. Per questo voglio restare al Manchester. E voglio restarci a lungo».

La Roma non risolve il problema dei terzini

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Corriere della Sera (G. Piacentini) – L’attaccante è il sogno, neanche troppo proibito. Il centrocampistaservirà a potenziare il reparto. Il portiere se la dovrà vedere con De Sanctis. I terzini, invece, sono la vera necessità della nuova Roma di Garcia. Se ne è parlato un paio di giorni fa nel vertice tra Sabatini e il tecnico, perché la situazione è complicata su entrambe le fasce. A destra si ripartirà da Florenzi, che non è di ruolo e sta studiando da terzino; la prima alternativa èTorosidis, buono per tutte le stagioni ma poco adatto ad una squadra di alta classifica se chiamato a giocare con continuità. Poi c’è Maicon, che vuole tornare quello di due stagioni fa. La speranza è affidata al nuovo staff medico che per lui, come per Strootman, sta programmando un piano di lavoro personalizzato. I dubbi, però, sono tanti, al punto che nei mesi scorsi è stata valutata la possibilità di una rescissione anticipata (il contratto scade nel 2016), con tanto di incentivo all’esodo. Un’ipotesi che il brasiliano non sembra voler prendere in considerazione. Sulla sinistra i problemi non sono di meno. ABalzaretti non è stato rinnovato il contratto; Cholevas è vicino al trasferimento al Watford; Cole(2,5 milioni netti d’ingaggio) non ha troppa voglia di fare le valigie, anche se la Roma lo ha sollecitato a trovarsi una squadra. Ai giallorossi serve un titolare. Non sarà Masuaku: un po’ perché l’Olympiacos chiede troppo (8 milioni) e un po’ perché la Roma lo ritiene una buona alternativa. Stesso discorso per Santon, vecchio pallino di Sabatini e stesso agente di Mattia Destro, la cui cessione al Monaco sta attraversando una fase di stallo nonostante l’accordo tra calciatore e società.

A Montecarlo c’è Kurzawa, che piace e costa tantissimo: ha 22 anni ma vale almeno 18 milioni e la Roma tutti quei soldi non li ha mai spesi per un terzino. Più percorribile la pista che porta ad Adriano, 31 anni, brasiliano che vuole lasciare il Barcellona. Costa 6/7 milioni, ma guadagna molto (circa 3). Si accontenterebbe di un milione in meno Lucas Digne, terzino del Psg che Garcia ha lasciato anni fa a Lille. L’età è quella che tanto piace a Sabatini (22 anni tra un mese), ma forse gli manca un po’ di personalità, requisito necessario per convincere il d.s. ad un investimento oneroso. Si lavora sul prestito con obbligo di riscatto a circa 10 milioni per trovare un padrone in un ruolo che non ha un vero titolare ormai da troppo tempo.

Strootman in ritiro Idea Luiz Adriano Destro in stand by

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La Repubblica (F. Ferrazza) – Clinicamente sarebbe guarito, i patemi sono ora tutti legati a come il ginocchio reagirà a una stimolazione più intensa. Kevin Strootman ha ripreso un lavoro atletico seguito dal nuovo staff messo in piedi da Norman, che ha come obiettivo la partenza dell’olandese per il ritiro di Pinzolo. Sta potenziando il quadricipite, tra sedute di lavoro e macchinari specifici per ritrovare il tono muscolare della gamba sinistra, messa a dura prova da due interventi nell’arco di un anno. La cartilagine del ginocchio operato dodici mesi prima danneggiata è il problema emerso lo scorso gennaio, sintomatologia per la quale la cautela è d’obbligo. Difficile in questi casi prevedere tempi e, soprattutto, quale reazione avrà il ginocchio agli stimoli e se reggerà senza infiammarsi. Andrà in ritiro, Strootman, per lavorare, però, ancora a parte.

Intanto continua a lavorare sul mercato, Sabatini. Sembra essere alle battute finali la cessione di Mattia Destro al Monaco. In realtà la trattativa sarebbe attualmente in stand-by, con i francesi che avrebbero proposto un prestito oneroso, a 4 milioni, con obbligo di riscatto a sette. La Roma preferirebbe invece subito una cessione a titolo definitivo dell’attaccante, abbassando le sue pretese anche ai 12 milioni che i monegaschi, tra prestito e riscatto, vorrebbero dare in due tranche. Restando in tema attaccanti, potrebbe poi tornare d’attualità Luiz Adriano, già trattato dai giallorossi lo scorso gennaio. Il brasiliano ha il contratto in scadenza a dicembre con lo Shakhtar Donetsk e avrebbe rifiutato un’offerta da otto milioni dall’Al Ahli, preferendo restare in Europa a giocare la Champions. Per questo i giallorossi potrebbero essere in pole position per assicurarselo, magari come secondo centravanti in attesa di un colpo più importante. Sembra interessare a Trigoria anche Yarmolenko, attaccante ucraino, classe ’89, della Dinamo Kiev. Sarebbero venti i milioni chiesti dal club.

Omessa denuncia Lotito ora rischia il suo posto in Figc

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La Repubblica (M. Mensurati/M. Pinci)Il telefono bollente inguaia ancora Claudio Lotito. Una crepa profondissima nel sistema, il rischio concreto di vedersi sbattere in faccia un (nuovo) deferimento, quantomeno per omessa denuncia, che in caso di inibizione potrebbe portare alla decadenza dagli incarichi federali. Colpa di una chiacchierata con il presidente del Catania Antonino Pulvirenti, due mesi esatti dopo quella con il dg dell’Ischia Iodice per cui è indagato per tentata estorsione dalla procura di Napoli. Che ora guarda con attenzione ai nuovi sviluppi intorno al numero uno della Lazio. Siamo nei giorni precedenti Catania-Avellino del 29 marzo, una partita che oggi la procura considera a tutti gli effetti combinata. E temendo la retrocessione, secondo gli inquirenti, i dirigenti del Catania si attivano per “l’alterazione del risultato finale delle singole partite” della squadra: qui nasce il sistema che ha fatto scattare le manette martedì scorso.

Prima di trovare il canale giusto però, come scrive il Gip Sebastiano Di Giacomo Barbagallo nelle 478 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, il presidente Pulvirenti e l’ad del club Cosentino “ebbero a rivolgersi a Lotito con il quale si registrano numerosi contatti, precedenti e successivi alla partita con l’Avellino”. Finirà 1-0, prima di cinque vittorie di fila. Ma il giudice – ed è la questione più rilevante – evidenziando il ruolo di “influente membro del consiglio federale della Figc” ricoperto da Lotito, scrive che proprio a lui l’ad Cosentino “riconosceva il merito di avere in qualche modo condizionato il risultato” di quella partita. I testi delle intercettazioni però sono inutilizzabili: il fascicolo era aperto per le minacce a Pulvirenti, che era dunque parte lesa.

Ma bastano quelle tre parole, “aver condizionato il risultato”, per attivare l’interesse del procuratore della Figc Stefano Palazzi, che su quelle potrebbe fondare concretamente un nuovo deferimento per Lotito: per non aver denunciato le richieste ricevute dai dirigenti del Catania, nel caso a lui più favorevole. In fondo la dirigenza del Catania si era “attivata allo scopo di risolvere, praticando un’attività illecita, la situazione… dapprima cercando appoggi influenti (Lotito appunto) e poi consolidando un sistema”. Un deferimento che potrebbe portare a una nuova inibizione (non inferiore a 6 mesi): Lotito ha già collezionato 7 mesi e 15 giorni, a 12 scatterebbe la decadenza dall’incarico. Ma nei prossimi giorni Palazzi sarà a Catania per ricevere le prime carte dell’inchiesta su “I treni del gol” e allora potrebbe chiedere anche la trascrizione di quelle telefonate: per scoprire se i colloqui non nascondano tracce di un tentato illecito, che lo fermerebbe per 5 anni.

In ogni caso, Lotito non è indagato, il condizionamento del risultato da parte sua è per il giudice un’ipotesi che “l’indagine non ha confermato”. A Catania però i pm Salvi e Sorrentino non hanno ancora smesso di lavorare sugli scenari che ruotano intorno a quel match. E il nome nel n.1 laziale ha attirato l’attenzione anche a Napoli: presto la procura partenopea chiederà di acquisire gli atti dell’indagine di Catania. L’ombra sulla testa di Lotito si fa sempre più scura.

Il Monaco offre ancora troppo poco per Destro

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Il Messaggero (S. Carina) – Per chi ha quasi trovato l’accordo (Destro, Gervinho, Holebas e Viviani), chi ancora cerca una destinazione di gradimento (Doumbia) e chi di lasciare la Roma, nonostante le offerte milionarie ricevute, non ci pensa minimamente (Cole e Maicon), il mercato delle cessioni giallorosse è abbastanza variegato. A Trigoria stanno provando ad accelerare almeno un paio di partenze entro martedì, per alleggerire ulteriormente i conti del bilancio al 30 di giugno. Sono ore importanti per Destro: Roma e Monaco continuano a discutere. Sabatini non è convinto dell’offerta dalla squadra del Principato che prevede un prestito oneroso (6) e un riscatto (altri 6+1) tra dodici mesi per un’operazione complessiva di 13 milioni. Il centravanti, da ieri in vacanza a Bora Bora, attende notizie prima del ritorno in Italia a metà settimana.

HOLEBAS SE NE VA Meno complicata la trattativa per Holebas. Si conta di chiudere con il Watford entro breve: differenza minima tra le parti (500 mila euro). La richiesta della Roma è di 3 milioni. Un discorso simile vale per Viviani: dopo gli inserimenti del Sassuolo e del Verona, il Palermo ha accelerato.

Probabile la chiusura per 4 milioni entro martedì. C’è fila per il terzino Balasa: Pescara,Crotone e Latina lo hanno richiesto a Sabatini. La prossima settimana sarà ufficializzato il prestito di Verde a Frosinone e la cessione di Pellegriniper un milione al Sassuolo. Il giovane Machin(che partirà per il ritiro di Pinzolo) è lusingato dal Latina mentre Piscitella ha richieste dal Rotherham United e dal Nottingham Forest ma lui vuole rimanere in Italia. Il Crotone lo aspetta.

Verde, Rosi e Lopez: Frosinone stile Trigoria

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Il Messaggero – Il Frosinone, neopromosso nella massima serie, sta cercando di piazzare una serie di colpi a tinte giallorosse. Da giorni, ormai, si dà per scontato l’arrivo da Trigoria di Daniele Verde, che nel passato campionato è stato più volte impiegato da Rudi Garcia. Non solo, però: le indiscrezioni relative alla squadra di Roberto Stellone dovrebbe arrivare da Genova l’ex romanista Rosi (da gennaio scorso in prestito alla Fiorentina) e anche Nico Lopez, altro ex giallorosso che è di proprietà dell’Udinese (ma ha giocato i mesi passati al Verona).

Roma, la chiave inglese

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Il Messaggero (U. Trani) – Le cessioni, come si sa ormai da giorni, influenzano le manovre della Roma. Ecco perché sfumano alcuni obiettivi e altri finiscono in stand by. Sabatini ha dovuto per forza effettuare due operazioni in entrata, costretto dalla scadenza dello comproprietà (giovedì 25 giugno), investendo 9 milioni per Nainggolan e 8,5 per Bertolacci (nell’accordo con il Genoa anche Iago Falque che sarà ufficialmente giallorosso solo 1° luglio), con il centrocampista azzurro già piazzato tra l’altro al Milan per 20 milioni. Il ds si è, per ora, fermato ai due riscatti, dedicando la maggior parte del suo tempo alle partenze, da Gervinho a Destro, da Holebas a Doumbia, passando per Viviani. Al tempo stesso, però, ha tenuto in piedi le varie trattative. Priorità al centravanti, senza trascurare gli altri rinforzi necessari: i due terzini e l’esterno d’attacco vanno a completare il poker da calare entro la fine del mercato (31 agosto).

DOPPIO APPUNTAMENTO In agenda, la prossima settimana, almeno due incontri: con i manager di Baba, il terzino mancino dell’Augsburg, e di Jovetic, l’attaccante montenegrino del City. Se per il difensore ghanese, capace di dire no al Chelsea di Mourinho, è possibile proporre la formula del prestito oneroso (3 milioni, con l’obbligo di riscatto fissato a 12), sarà quasi da escludere per arrivare all’ex giocatore della Fiorentina. A Manchester vogliono cedere uno tra lui e Dzeko e più o meno chiede la stessa cifra: 20 milioni. Il procuratore di Jovetic vedrà anche Marotta. Ma pure la Juve opta per il prestito. Il montenegrino, nelle ultime ore, ha superato Dzeko, anche se la Roma, per il centravanti, ritiene valide pure altre opzioni: Lukaku rimane in corsa, come Aubameyang e Immobile, mentre esce di scena Bacca che, rimangiandosi la parola data alla società giallorossa, ha scelto il Milan. Che a gennaio, potrebbe prendere anche Luiz Adriano (a dicembre sarà libero): l’agente del calciatore ha avviato la negoziazione. Lucescu, dopo il rifiuto del brasiliano a trasferirsi all’Al Alhi, invita però la Roma: «Lo cediamo per 8 milioni». Tornando ai terzini, il procuratore diSanton conferma l’interessamento della Roma: «Sarebbe una vetrina importante per lui» ha spiegato Vigorelli dopo averne parlato con Sabatini. Il ds ha però bloccato da tempo Adriano. Solo in seconda fila Masuaku dell’Olympiacos.

TELEFONATA A FERRERO Lucci, agente di Bertolacci, sta offrendo l’attaccante Muriel che vuole lasciare la Sampdoria. Ne ha parlato con Sabatini durante la trattativa per la cessione del centrocampista azzurro al Milan. Il colombiano piace da tempo al ds giallorosso che provò a prenderlo dall’Udinese nell’estate scorsa e anche a gennaio. Sabatini ieri mattina ha chiamato Ferrero chiedendo lo sconto sulla clausola da 24 milioni. «Io per la mia Roma sono disposto a tutto, anche a farla risparmiare…» ha confermato il presidente blucerchiato. Muriel, nei quarti di finale di Coppa America, ha appena calciato in curva uno dei tre rigori falliti dalla Colombia contro l’Argentina e davanti a Romero, altro obiettivo della Roma. Ma, come insegna il refrain, non è da un calcio di rigore che si giudica un giocatore. Che non è comunque il centravanti, anche se sa fare la prima punta, cercato dalla società giallorossa. Può, però, sostituire benissimo Gervinho.

TENTAZIONE RABIOT Torna d’attualità il laterale destro (terzino/centrocampista) uruguayanoMaxi Pereira, 31 anni, in scadenza di contratto con il Benfica. È tentato dal Porto, anche se il trasferimento interno, dopo 8 anni a Lisbona, è abbastanza complicato. Unaland, dt dell’Eskisehirspor, rivela dalla Turchia: «Abbiamo un’offerta della Roma per Lawal». Per il centrocampista nigeriano, 25 anni, chiedono 3,5 milioni. Ma lì in mezzo piace di più Rabiot, vecchio pallino di Sabatini e Garcia.

Cessione? No grazie. Cole rifiuta l’addio e prenota Pinzolo

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La Gazzetta dello Sport (D. Stoppini) – L’ultima immagine pubblica di Cole Ashley da Londra risale a una decina di giorni fa: a Marbella, circondato come suo solito da belle donne, raccontano abbia pasteggiato a champagne per un conto totale di 27 mila euro. Probabilmente, più bottiglie stappate che presenze nell’ultima Serie A: 11. Bella vita, dolce vita. Cole se la gode. Tanto lo stipendio non glielo tocca nessuno. È un ingaggio da 2,3 milioni di euro netti per un’altra stagione, che nel bilancio Roma vanno a pesare poco meno di 4,5 milioni lordi. Soldini che la Roma aveva (ha?) ancora in mente di risparmiare, di togliere dalla voce spese. Vallo a dire al difensore inglese, che fin qui ha detto no a tutte le ipotesi che gli sono state prospettate. Pure quella di un cartellino che la società è disposta a offrigli gratuitamente. Intorno a Cole si sono timidamente affacciati, nell’ordine, un paio di club della Mls, il Crystal Palace e infine il Newcastle. Tutti respinti indietro, almeno al momento.

COMPORTAMENTO PERFETTO Cole ha già fatto sapere che domenica prossima, 5 luglio, sarà regolarmente a Trigoria per il raduno, pronto a partire il giorno dopo per il ritiro di Pinzolo. Dove magari sarà l’unico terzino sinistro a disposizione, se è vero che nel frattempo in Inghilterra sarà finito Holebas, destinazione Watford. E proprio al greco è legata l’ultima immagine giallorossa di Cole. Perché se il suo rendimento è stato tremendamente al di sotto delle aspettative, non si può dire lo stesso dell’aspetto comportamentale, praticamente perfetto. Anche quando — è storia della settimana dell’ultimo derby, fine maggio — ha riempito di consigli il suo «rivale» nel ruolo Holebas, che avrebbe giocato titolare. Se una speranza c’è a Trigoria è che l’inglese si sia lasciato alle spalle i grossi problemi alla schiena che lo hanno tormentato nell’ultima stagione. Sempre che, nel frattempo, non sbuchi un amatore in giro per il mondo che convinca l’inglese a lasciare Roma.

In mezzo c’è spazio. Rabiot (ri)chiama, la Roma risponde

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La Gazzetta dello Sport (D. Stoppini) – Mamma Veronique ha unprofilo fake, su twitter, che un anno fa più o meno di questi tempi annunciò a tutto il mondo che il figlio Adrien aveva scelto la Roma. Era un fake, appunto. Ma la verità non era poi così lontana. Veronique è anche la donna che ha ricevuto più volte Walter Sabatini nel suo studio parigino. E che nelle ultime settimane ha fatto partire dal suo telefono una chiamata, in direzione Trigoria, per raccontare anche privatamente — dopo averlo spiegato urbi et orbi — che Adrien vorrebbe lasciare il Psg. E di qua la Roma le avrebbe chiesto di temporeggiare nella decisione, in ogni caso di tener presente la squadra di Rudi Garcia tra le possibili destinazioni.

MANCA UNA PEDINA Un contatto, al momento nulla di più. Ma Sabatini ha un debole per Rabiot. E il ragazzo piace anche a Garcia, che un anno fa diede il benestare all’operazione. Di sicuro, la mossa fa capire come la Roma abbia in testa di acquistare un altro centrocampista, in particolare dopo la cessione di Bertolacci al Milan. E tenendo a mente un punto fisso: nei ragionamenti sulla costruzione della nuova Roma, Strootman non c’è e non può esserci. Serve un’altra pedina, possibilmente che sappia fare entrambe le fasi. Meglio quella offensiva, come Rabiot. Oppure più attento in quella difensiva. E allora l’altro profilo sul quale prestare attenzione gioca sempre nel Psg. Yohan Cabaye è in uscita: altro nome trattato a Trigoria in passato, sul quale Sabatini prese diverse informazioni quando il centrocampista giocava ancora nel Newcastle. Ma qui c’è da battere la forte concorrenza del West Ham, che proprio negli ultimi giorni avrebbe mosso passi importanti sul calciatore. Movimenti da segnalare, poi, pure in Turchia: la Roma starebbe seguendo il centrocampista nigeriano Lawal, protagonista nell’Eskisehirspor.

MURIEL E JOVETIC Mosse di mercato, sondaggi per una fase due che sta diventando operativa: dopo le cessioni, ora c’è da fare la Roma. In attacco Carlos Bacca non è più una pista attuale: s’era capito dal giorno dell’uscita pubblica di Sabatini, le priorità erano altre. Va registrato un sondaggio per Stevan Jovetic, in concomitanza con l’interesse della Juventus. Ma si fa strada l’idea che la Roma possa prendere due centravanti. E in questo senso, oltre al sempre valido Lukaku e al sogno Lacazette, è da raccontare un contatto tra Roma e Samp perLuis Muriel, sul quale però a Trigoria non vogliono investire i 25 milioni della clausola rescissoria. Anche perché, se per Doumbia è sfumata l’ipotesi Shanghai, per Destro è sempre in piedi la pista Monaco, che offre un pagamento biennale di 12 milioni più bonus (6 milioni ora, 6 tra 12 mesi): dentro o fuori entro il 30 giugno.

SANTON E MASUAKU E poi la caccia al terzino. Baba piace da tempo, da Trigoria stanno valutando con più attenzione rispetto al passato la situazione Santon. Non dispiace neppure Masuaku, francese classe 1993 dell’Olympiakos. Ma la richiesta di 8 milioni di euro ha per il momento fatto scappare Sabatini. Che avrà pure fatto cassa, ma sa bene che non è certo il caso di andare a sperperare denari in giro. Specie per una squadra da rivoluzionare per la quinta estate consecutiva.

La Roma si rituffa su Dzeko

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Il Tempo (A. Austini) – Fuori un altro. Bacca prende la via del Milan e la Roma, che lo ha trattato a lungo senza troppa convinzione per via del rapporto prezzo (30 milioni)-età (29 anni), deve eliminare un nome dalla sua lista di bomber prediletti.

Siccome Sabatini non ha intenzione di restare con il cerino in mano, ha intensificato i contatti per gli altri obiettivi. E un nome che lui stesso ha definito «inavvicinabile» nelle settimane passate, è tornato in cima alle preferenze del diesse: Dzeko . L’attaccante del Manchester City, 29 anni come Bacca, legatissimo al suo compagno di nazionale Pjanic , non vuole vivere un’altra stagione da «rincalzo di lusso» come l’ultima ed è disposto a lasciare i Citizens nonostante abbia un contratto fino al 2018. Quello che lo rende «inavvicinabile» è proprio l’ingaggio che si aggira sui 6 milioni di euro netti all’anno. La Roma è sfavorita dal cambio con la sterlina e per convincerlo a venire in Italia dovrebbe garantirgli un quinquennale, cercando di «spalmare» lo stipendio su più stagioni. Servirebbe comunque un salario da 4.5, forse 5 milioni, mentre il costo del cartellino è trattabile intorno ai 20 milioni. I rapporti tra lo sceicco Mansour e Pallotta sono buoni, rafforzati dall’affare Gervinho con l’Al Jazira, club controllato dalla stessa proprietà del City.

L’assalto a Dzeko resta una missione complicatissima e Sabatini non scarta le altre opzioni. Mino Raiola gli ha offerto di nuovo Lukaku , il belga dell’Everton più giovane (22 anni) ma anche più costoso: servono una trentina di milioni per averlo. Ne costa 8 Luiz Adriano , mai uscito dai radar romanisti ma più propenso a liberarsi a gennaio a parametro zero per ottenere uno stipendio più alto. E il Milan sembra disposto ad aspettarlo: Galliani adesso lo ha in pugno. Tra i preferiti del diesse giallorosso c’è invece Lacazette del Lione, 23 anni e cartellino valutato non meno di 25 milioni.

Il mercato offre tante alternative, tra queste Muriel della Samp, Yarmolenko della Dinamo Kiev e Jovetic sempre del Manchester City. Tutti vecchi «pallini» della Roma ma non centravanti. Garcia vuole invece un vero numero 9 e un’altra ala. Come Salah , ancora in sospeso tra Fiorentina e possibili acquirenti: oltre alla Roma c’è l’Inter. Salutato Bertolacci (al Milan per 20 milioni, domani le visite mediche), serve pure un centrocampista e tra i profili valutati con molto interesse c’è quello del nigeriano classe ’90 Lawal che gioca in Turchia con l’Eskisehirspor. «Abbiamo ricevuto un’offerta dalla Roma» conferma il dt del club turco.

Le altre priorità sono portiere ( Romero è in buona compagnia tra gli obiettivi) e terzini. Al plurale, perché ne servono almeno due a sinistra. Baba è sempre stato il preferito ma costa una tombola, Mendy e Kurzawa idem, Digne non convince, Adriano resta in stand by. A loro si è aggiunto Masuaku , francese dell’Olympiacos. E spunta anche un terzino destro, a conferma dei dubbi della Roma su Maicon e della possibilità di una partenza di Torosidis : è il franco-algerino Mandi del Reims, 23 anni, trattato in queste ore da Sabatini.

Entro domani dovrebbero sbloccarsi le cessioni. Gervinho va all’Al Jazira per 13 milioni (manca solo la firma dello sceicco), si limano i dettagli col Monaco per Destro : sarà un prestito oneroso da circa 4 milioni, con riscatto a 7 più 1 di bonus e 10% sulla futura rivendita alla Roma.Holebas al Watford frutterà 2 milioni e mezzo, Doumbia deve solo scegliersi la squadra: è già d’accordo sulla cessione con il club e non vuole neppure ripassare per la Capitale.

Si rivaluta un quartiere lasciato al degrado. E la metà dell’area diventa «green»

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Il Tempo (F. M. Magliaro) – «Il progetto di Tor di Valle – si legge nella relazione tecnica che illustra gli interventi di tipo paesaggistico – va letto come un tassello all’interno del sistema ambientale territoriale: intorno al Grande Raccordo Anulare esiste una grande varietà di aree senza una destinazione definita, spesso abbandonate o incolte. Questi spazi, che costituiscono ad oggi un fattore di degrado, rappresentano invece una grande potenzialità per ricomporre il mosaico ambientale, per riconnettere le aree naturali protette e la città storica, per la creazione di nuovi parchi».

Presentando alla stampa, lo scorso 15 giugno, il progetto, Andreas Kipar, architetto paesaggista e presidente della Land, la società che cura gli aspetti ambientali del progetto, spiegava: «Questa è un’infrastruttura per l’ambiente, un’infrastruttura verde. La metà dell’intervento è destinata a parchi. Siamo in presenza dell’agro romano e del paesaggio fluviale. Noi siamo entrati nel progetto con l’ottica di creare un passe-partout verde per rigenerare dei territori che sono abbandonati ma che sono perfettamente funzionanti a livello naturale e paesaggistico».

Da un punto di vista tecnico, le aree di parcheggio non è previsto che siano impermeabilizzate. Anzi, la superficie dedicata ai posti all’aperto per le macchine non sarà cementificata ma verranno impiegate quelle «mattonelle» traforate che lasciano crescere l’erba e, contemporaneamente, drenano le acque piovane, proprio al fine – spiegano i progettisti – di evitare il rischio di «sovraccaricare» i terreni di acque meteoriche e, quindi, non creare problemi di impermeabilizzazione.

«Questa – si legge nella relazione paesaggistica – è la prima green infrastrutture romana in grado di offrire più benefici attraverso il corretto sviluppo di un’unica area: viene garantita la continuità tra i sistemi ambientali di Tenuta dei Massimi e di Laurentino Acqua Acetosa; estende e connette il sistema ambientale del raggio verde lungo il Tevere, come transizione tra la Riserva Naturale del Litorale Romano e la natura urbana all’interno della cintura del GRA; migliora il valore ecologico delle aree esistenti, come il parco fluviale e il parco agricolo, con la realizzazione di ecosistemi sani; e, infine, propone un approccio integrato nella progettazione degli spazi aperti: aree con importanti funzioni ecologiche costituiscono allo stesso tempo una grande offerta di spazi e funzioni pubbliche, di intrattenimento e sportive per la città».

Tanto cemento a compensazione. Rischio idrologico col fiume vicino

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Il Tempo (F. M. Magliaro) – Fra gli «assolutamente contrari» allo stadio della Roma spicca Legambiente Lazio che accusa l’intera operazione di essere una «mega speculazione con annesso stadio». Nello specifico, sul tema ambientale, Legambiente parla di «23 ettari di terreni impermeabilizzati per 10mila parcheggi, un’area quattro volte il Circo Massimo. Dopo la presentazione delle tavole del progetto è chiaro l’impatto in termini anche di consumo di suolo, con cemento e asfalto. In termini di impermeabilizzazione del suolo, a pochi passi dal Tevere, le conseguenze profondamente negative sono di facile intuizione sia da un punto di vista climatico che idrogeologico». Il timore, quindi, è quello che le opere necessarie alla realizzazione dell’intero intervento, la cosiddetta «piastra» (cioè le fondazioni degli edifici del Convivium e delle Torri) e dei parcheggi possano creare un effetto impermeabilizzazione del terreno con problemi in caso di forti piogge.

«Il progetto di Tor di Valle ha poco a che fare con lo Stadio della Roma che quasi scompare nelle immagini tra i grattacieli e i parcheggi – dichiarano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Edoardo Zanchini vicepresidente nazionale di Legambiente – con un progetto da un milione di metri cubi di cui la città non ha alcun bisogno. L’Amministrazione comunale ha la responsabilità di aver dato il primo via libera a quest’opera, e ora abbia il coraggio di essere coerente con le promesse fatte rispetto alla cura del ferro e al consumo di suolo, impedendo che una previsione edificatoria così enorme si aggiunga a un piano regolatore che già è ampiamente sovradimensionato».

Legambiente poi sottolinea come l’intervento di «Tor di Valle, di quasi 1 milione di metri cubi di uffici, alberghi, negozi, con tre grattacieli» verrebbe realizzato in «una città piena di palazzi vuoti e uffici in cerca di affittuario e dove, di metri cubi, ne sono già previsti 20 milioni dal Piano regolatore» i cui provvedimenti, le «centralità previste da costruire sono tutte completamente ferme».

«A Roma – continuano gli ambientalisti – non serve lo Stadio che rischia di diventare l’unico intervento della città oltretutto con evidenti e rilevanti problemi ambientali e trasportistici di una scelta localizzativa sbagliata. Ci chiediamo poi se 1 milione di nuovi metri cubi si può chiamare rigenerazione urbana, come è stato affermato in presentazione, da quanti milioni di metri cubi possiamo considerare un’opera come nuova edificazione?».

Stadio della Roma – Tre torri da record

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Il Tempo (F. M. Magliaro) – Il progetto per lo stadio della Roma a Tor di Valle prevede, oltre l’impianto sportivo vero e proprio e i campi di allenamento, anche una parte di spazi commerciali e di uffici necessari a titolo di compensazione per il raggiungimento dell’equilibrio economico del piano, visto il consistente investimento in termini di opere pubbliche richiesto dal Comune. Gli spazi commerciali e destinati agli uffici sono divisi in due parti: il Business Park e il Convivium. Il primo è costituito dalle tre grandi e avveniristiche torri disegnate da Daniel Libeskind, l’architetto che ha, tra l’altro, ideato il One World Trade Center, l’eccezionale struttura che ha preso il posto delle Torri Gemelle di New York. Il secondo, il Convivium, è una serie di edifici bassi, destinati in parte ad uffici in parte a negozi e hotel. A coordinare i lavori di progettazione, la Lend Lease, la società australiana fra le aziende di punta a livello mondiale in questo settore, e il manager Sviluppo, la Parsitalia Real Estate, società del gruppo Parnasi. Insieme a loro, a progettare Convivium e Business Park, oltre 30 diversi studi e società: dalla Arup, che segue la progettazione ingegneristica, a Libeskind, Studio Altieri, Officine Verdi SpA per le strategie energetiche; lo Studio Nozzi per la sicurezza e l’antincendio.

IL CONVIVIUM

Otto sono gli edifici del Convivium: 6, più piccoli, con una pianta inscrivibile in un rettangolo di circa 30 metri per 20; e due più grandi, il primo da circa 120 metri per 75, e il secondo da circa 106 per 30. I disegni e le specifiche di dettaglio di questi progetti – sui quali stanno lavorando un gran numero di studi di architettura italiani, da Busnengo/Stravato a Cordeschi/Accame, da Tamburini a Bichiara a Piuarch – saranno disponibili più in avanti nel tempo, una volta concordati i dettagli con i futuri acquirenti.

LE TORRI

Per quanto riguarda le tre torri di Libeskind, esse occuperanno una superficie totale di circa 177 mila metri quadri.

La prima, con una superficie di 57 mila 143 metri quadri, sarà alta 42 piani, raggiungendo, nel punto massimo, i 192 metri. Piano terra e i primi due piani saranno la «main lobby», e da lì in poi, si situeranno uffici dal terzo al sedicesimo piano e, poi, ancora dal ventesimo al trentanovesimo. I piani 17 e 18 saranno dedicati alle «amenities», aree di relax e ristoro, mentre i piani 19, 40, 41 e 43 saranno piani tecnici. La torre numero 1 è anche la più «verde», una delle facciate, infatti, sarà realizzata a bosco verticale dal piano terzo al ventiseiesimo, mentre la facciata opposta sarà sempre verde ma dal 18esimo piano fino all’ultimo

La torre numero due, la più – si fa per dire – «piccolina» coprirà una superficie di 51mila metri quadri e spicci, raggiungerà i 168 metri per 37 piani in totale. Anche qui, terra e piani uno e due saranno la «main lobby», le «amenities» saranno collocate nei piani 16 e 17; gli uffici tecnici al 18esimo e poi ancora al 35, 36 e 37esimo piano. Tutto il resto, uffici. Il «bosco verticale» andrà dal ventiseiesimo all’ultimo piano.

Infine, la terza torre, la più imponente. Sessantotto mila 572 metri quadri di superficie, con un’altezza totale di 221 metri nel punto più alto per 49 piani. «Main lobby» collocata sempre fra piano terra, primo e secondo; poi uffici, dal terzo al ventesimo piano; le «amenities» ai piani 21 e 22; il piano tecnico al ventitreesimo; ancora uffici fino al 44esimo piano; tre piani tecnici e, infine, l’elemento forse più spettacolare: altri due piani di «amenities», il 48 e il 49, con la vista che spazierà non solo sullo stadio ma sull’intera città. Le due torri più alte, la 1 e la 3, batterebbero entrambe, infatti, il record di edificio più alto a Roma, oggi detenuto dalla Torre Telecom del Laurentino che si «ferma» solo a 178 metri. Per fare un raffronto con due edifici non lontani: le due torri site di fronte il Centro Commerciale Euroma2, sono alte 120 metri, con quella Eurosky che raggiunge i 155 se si considera l’antenna.

Anche per queste tre torri come per gli edifici del Convivium, i dettagli di progetto verranno resi noti solo in un secondo momento, quando saranno conclusi gli accordi con i compratori.

ENERGIA

Ovviamente, un complesso così imponente ed esteso dovrà essere dotato di un apposito sistema di approvvigionamento per l’energia elettrica. Per questo, nel progetto è prevista la creazione di una stazione di trasformazione elettrica, di circa 2300 metri quadri, posta all’interno di uno dei parcheggi (il cosiddetto «P7») e che sarà totalmente recintata con un muro perimetrale di 7 metri e mezzo di altezza cosicché l’interno non sia visibile da fuori.

AREE VERDI

In sede di presentazione alla stampa (e al Comune) del progetto, da parte della Roma è stata posta grande attenzione alle aree verdi e ai parchi. Intorno allo stadio e all’intero complesso, infatti, è prevista la realizzazione di ben tre parchi: uno cosiddetto «urbano» contemporaneo, un altro «fluviale» e un terzo «a carattere agricolo». In totale, quindi, saranno 42 gli ettari a verde, poco più della metà di Villa Borghese (80 ettari). Vediamo nel dettaglio cosa dice il progetto.Innanzitutto, gli spazi verdi saranno realizzati con le terre di scavo risultanti dai lavori per realizzare le costruzioni. In secondo luogo, verranno scelte piante autoctone o adattate in grado di limitare le necessità idriche.

Il «parco urbano contemporaneo», superficie di 7 ettari, avrà la funzione di cerniera tra le aree verdi e l’area dello stadio e del business park. Per creare scorci suggestivi, verranno alternate ampie superfici a prato con gruppi di alberi. Le piante scelte saranno per lo più di specie mediterranee (verbena, echinacea, achillea, rosmarino, pitosforo, salvia, mirto, ginestre), selezionate per proprietà cromatiche delle fioriture e del fogliame e sarà predisposto un sistema di irrigazione a goccia per le alberature (arancio, mandarino, melograno, tiglio, acero, cipresso, querce).

Il «parco a carattere agricolo», 24 ettari, sarà «il polmone verde» dello stadio e prevede, a livello progettuale, il restauro dei casali esistenti e la possibilità di realizzare una fattoria didattica e orti urbani. Il «parco fluviale» corre lungo la sponda destra del fiume Tevere, copre circa 11 ettari e, oltre la pista ciclabile e il ponte ciclopedonale, prevede un approdo sull’acqua attrezzato per il trasporto fluviale. La vegetazione è composta da speciale igrofile tipiche delle zone umide, da varie specie di salici agli iris, dal pioppo all’olmo. Parco fluviale e parco agricolo non saranno irrigati e prevedono arredi in stile rustico. Oltre questi tre parchi, sono previsti una serie di interventi «verdi» interni a tutto il complesso: si va dalle pavimentazioni dei parcheggi a raso, realizzati con superfici drenanti e dotati di diversi tipi di alberi (che faranno anche ombra alle macchine), ad aiuole e alberature ornamentali, pergolati nelle piazze e nelle aree del Convivium e del Business Park.

LUCE

L’impianto dovrà assicurare un’illuminazione completa nelle aree pubbliche attorno allo stadio, ossia il parco urbano, il business park, il piazzale dello stadio e i parcheggi. Nelle aree verdi a carattere più naturalistico come parchi fluviale e agricolo, l’illuminazione è invece presente in misura minore e localizzata lungo gli assi principali. Nei parchi sono previsti pali da 5 metri con pannelli fotovoltaici; sempre da 5 metri saranno i pali di illuminazione nelle strade, mentre gli edifici saranno illuminati con apparecchi disposti a terra lungo il perimetro dei fabbricati.

Mercato Roma. Giannitti (ds Frosinone): “Verde? Stiamo parlando, vedremo”

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Marco Giannitti, direttore sportivo del Frosinone, è presente ai TMW Awards, queste le sue parole a margine della manifestazione:

Abbiamo capito la categoria, piano piano siamo riusciti a fare questo miracolo. Il Frosinone è il simbolo dei sogni che diventano realtà. Stellone è un uomo umile, che ha dimostrato di poter diventare un grande allenatore. Mercato? Ci sono varie trattative. Rosi e Verde? Stiamo parlando, vedremo“.

 

Mercato Roma. Giuntoli (ds Napoli): “Higuain? E’ incedibile, ma abbiamo ricevuto sondaggi dal Nord-Italia. Romagnoli? Impossibile”

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Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del Napoli, ha parlato a margine dei TMW Awards. Queste le sue parole sul futuro di Gonzalo Higuain:

Higuain resta. Ci sono state squadre italiane che hanno chiesto informazioni sul giocatore, ma è incedibile. Sono squadre del centro Italia? No. Romagnoli e Rugani? Sogni impossibili“.

Rizzoli: “Arbitri? Stiamo lavorando per parlare nei giorni successivi alle gare di campionato”

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L’arbitro Nicola Rizzoli ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di TMW:

Stagione positiva da parte della classe arbitrale, gli addizionali ci hanno aiutato molto. Goal line Technology? Una novità importante. Stiamo lavorando per parlare nei giorni successivi alle gare di campionato“.

 

Comunicato ufficiale Pescara: “Politano alla Roma, Caprari resta in Abruzzo”

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Attraverso il proprio sito ufficiale, il Pescara ha annunciato le operazioni concluse fino ad oggi 27 luglio, in particolare riguardo le compartecipazioni risolte nella giornata di giovedì. Ecco di seguito le situazioni risolte:

Matteo Politano attaccante – Compartecipazione a favore della Roma

Gianluca Caprari attaccante – Compartecipazione a favore del Pescara.

Vittorio Esposito attaccante – Prelevato dal Chieti Calcio a titolo definitivo.

Michele Fornasier difensore – In prestito dalla Sampdoria viene ceduto dalla stessa casa madre al Pescara a titolo definitivo.

Denis Di Rocco attaccante – Passaggio dal Pescara all’Atalanta a titolo definitivo.

Gianluca Barba centrocampista – Passaggio dall’Atalanta al Pescara a titolo definitivo.

Antonino Ragusa attaccante – Compartecipazione a favore del Genoa.

Mercato Roma. Pronta un’offerta all’Augsburg per Baba, che ha detto no al Chelsea

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Il Chelsea ci ha lavorato nei giorni scorsi, senza però riuscire a trovare l’accordo. E allora la Roma è lì, pronta a provarci. Abdul Rahman Baba, laterale sinistro dell’Augsburg, è uno dei giovani più corteggiati del panorama europeo. I Blues sono sul giocatore da tempo, ma non hanno ancora trovato l’intesa. Ed ecco la Roma, che presto potrebbe presentare un’offerta al club tedesco per il giocatore, che potrebbe preferire la destinazione giallorossa, che gli permetterebbe di giocare con più continuità. La Roma, comunque, prima di negoziare ufficialmente per Baba, vorrebbe prima concretizzare alcune cessioni.

Di Marzio

Calciomercato. Milan, è fatta per Bacca: trovato anche l’accordo con il Siviglia

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Ore 20.10 – Passi avanti decisi, il grande colpo di mercato rossonero si avvicina. Carlos Bacca, l’arrivo in Italia si avvicina. Il Milan ha infatti raggiunto un’intesa di massima con l’entourage del giocatore, con il quale ci sono stati dei contatti positivi in queste ore. Ora, resta da trattare con il Siviglia per il cartellino dell’attaccante colombiano, che chiede per lasciarlo andare 30 milioni di euro, il valore della clausola rescissoria. Si discute su un possibile pagamento pluriennale. C’è ottimismo, sembra superata a questo punto la concorrenza degli altri club che erano interessati al giocatore, come per esempio la Roma. Nella trattativa, almeno per il momento, non è previsto l’inserimento di Adil Rami, difensore francese che piace molto al club andaluso. Intanto, dunque, l’operazione dovrebbe essere definita sulla base di 30 milioni di euro, in attesa di capire la situazione (e la destinazione) di Rami, che è seguito anche dal Lione ma che potrebbe comunque rientrare in seguito in un affare con il Siviglia. (Di Marzio)

Ore 20.20 – Gazzetta.it riferisce che il Milan pagherà l’intera clausola rescissoria di 30 milioni di euro, concludendo così l’affare.

Ore 21.00 – Ormai è fatta, Carlos Bacca pronto a indossare la maglia del Milan. Dopo aver trovato l’accordo con il calciatore, infatti, i rossoneri hanno raggiunto un’intesa anche con il Siviglia, club proprietario del cartellino, sulle modalità di pagamento. Decisivo il positivo contatto fra Galliani e Monchi di poco fa. Il giocatore costerà trenta milioni di euro, nelle prossime ore verranno scambiati tutti i documenti. (Di Marzio)