La Gazzetta dello Sport – Oltre a Luis Enrique anche Osvaldo rischia l’addio

L’aspetto più malinconico, in fondo, è vedere come la prima vera storia di respiro internazionale del nostro calcio — proprietà statunitense e guida tecnica spagnola — si stia trasformata in una classica quotidianità all’italiana. Detto che è ancora in corsa per un posto in Europa e se lo centrasse la sua stagione non sarebbe disprezzabile, ormai la Roma pare incagliata in tre problemi di diversa natura: il rigetto di gran parte dell’ambiente nei confronti di Luis Enrique, i casi che attraversano lo spogliatoio e l’immagine poco felice di un club che prima con i dirigenti nel dopo Fiorentina e poi con i calciatori Napoli è costretto a cercare un dialogo leggi: ad ascoltare gli insulti all’allenatore con frange del tifo duro.

Futuro Luis – Sul tema “Lucho”, ormai la situazione si sta delineando: la dirigenza lo definisce “provato” dalla situazione ambientale ma vuole confermarlo; Luis Enrique invece è ogni giorno più lontano però rinvia tutti i discorsi a fine campionato; il club doverosamente deve pensare al futuro e c’è una tentazione che conduce ancora all’estero — in pole Villas Boas ma il sogno è Guardiola — e un’altra che esperirebbe strade autarchiche Allegri e Montella. A mettere d’accordo tutti c’è Prandelli, ma per ora è dura da ipotizzare.

Caso Stekelenburg  -Inutile dire che lo spogliatoio risente della tensione. “Che posso fa‘?”, ha detto Totti agli ultrà che chiedevano di cacciare lo spagnolo. Di sicuro la dirigenza vede alcuni giocatori chiave delusi o deludenti. Stekelenburg, che ha problemi alla spalla da dicembre, d’accordo coi medico olandesi ha deciso di non rischiare in vista Europeo e quindi probabile che salti anche il match di domani col Chievo. Tra l’altro, visto l’assetto tattico, i sussurri di Trigoria lo raccontano non certo disperato in caso di divorzio. Osvaldo, invece, è sul piano caratteriale non convince e così, soprattutto se Luis Enrique andasse via, potrebbe essere ceduto. Pjanic invece è un mistero, visto che il calo verticale delle sue prestazioni: l’addio non è un’eresia e difficilmente potrebbe essere compensato dal possibile arrivo di Musacchio Villarreal.

Europa possibile – Nel faccia a faccia ieri con la squadra, comunque, Luis Enrique è stato tenero. Gli è piaciuto il primo tempo e la reazione finale e ha invitato tutti “a credere nell’Europa”. Meglio, perché per convincere i buoni giocatori a venire alla Roma, oltre ai soldi, occorrono vetrina internazionale e serenità ambientale. E adesso mancano entrambe.

La Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

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