NainggoLand. Vizi, prodezze e «baci». Il Ninja che ama la Roma: «Io, calciatore da Disco»

La Gazzetta Dello Sport (M.Cecchini – C.Zucchelli) – Maledetti di tutto il mondo, unitevi. Diciamo la verità, abbiamo passato anni a rimpiangere quello che Best, Gascoigne, Adriano o Cassano non ci hanno fatto vedere (anche) a causa di una vita privata non esattamente monacale, quando nel calcio ha fatto irruzione Radja Nainggolan, quello che ha mandato all’aria le regole. Fisico da supereroe e piedi di velluto, il centrocampista della Roma ha raggiunto livelli impensabili, da rendere lecita la domanda: è lui il giocatore più forte del campionato?

RECORD E VIZI – Mettiamo da parte i due siluri scagliati contro Handanovic (il 2° a 99 km/ h); resettiamo persino le 12 reti stagionali segnate finora (primato personale). È il peso specifico che ha sulla Roma che impressiona. Come dire, quando lui suona la carica, la squadra cambia marcia. Il tutto all’interno di una stagione cominciata non in modo brillante perché, per la prima volta, il belga aveva giocato una grande manifestazione – l’Europeo – riposando meno in estate. A ottobre, dopo alcuni colloqui con lo staff tecnico, il balzo in avanti, fatto anche di sacrifici. E qui si va sulla particolarità di Nainggolan, cioè su quella vita privata «irregolare» ma mai nascosta, che pure non lo frena. «Noi calciatori – ha detto a «Repubblica»dobbiamo fare anche cose da persone normali. Io sono uno vero perché non mi sono mai nascosto per quello che faccio». Lo stesso Spalletti è sceso in sua difesa. «Radja mangia molto, corre molto e dà molti baci, ma così trova il suo equilibrio». Chiedere all’ex c.t. belga Wilmots, che gli concedeva camera con balcone per fumare. «Sono un calciatore da discoteca – ha detto a “Rolling Stone” –, basta scegliere i momenti giusti per divertirsi. Non ho voglia di stare a casa tutte le sere».

LA SUA ROMA – Per questo, raccontare la Roma di Nainggolan significa davvero uscir fuori dall’asse casa­-Trigoria, ma vivere tutta la città, con predilezione per i locali della zona Sud e del Centro (vedi mappa). Con la moglie Claudia, le figlie Aysha, 5 anni, e Mailey, 7 mesi, e i due cani, abita a Casal Palocco, villa con piscina, giardino per le bimbe e gli amici, che ospita spesso. Tra i legami più forti, quello con la gemella Riana, calciatrice come lui, passata ora in una squadra di Tivoli di calcio a 5. L’altro fratello, da parte di mamma, vive invece ad Anversa, dove gestisce un bar in cui la maglia di Radja è sempre esposta. Così come in bella mostra sono i suoi tatuaggi. Il suo tatuatore di fiducia, adesso, ha lo studio a pochi passi dal negozio di abbigliamento che Radja ha aperto un anno fa e affidato alla moglie Claudia, eccentrica come il marito (attualmente ha i capelli biondi, rosa e viola). Un amore passionale il loro, nato a Cagliari anche fra liti furibonde, ma cresciuto a Roma, fatto di serate al centro, aperitivi a Ostia e cene di sushi a cinque stelle. Radja è così. Generoso in campo e fuori, anche per curare i dolori della vita. Il padre indonesiano – da cui fu abbandonato da bambino – è una ferita aperta. Lo ha rincontrato 4 anni fa, ma malinconicamente ha ammesso: «Mi sono sempre chiesto se fosse interessato a Radja il figlio o il calciatore». Domanda a cui lui solo può dare risposta, e che spiega il bisogno di affetto che lo spinge tra la gente, a costo di venire filmato di nascosto mentre dice le sue verità sulla Juve. Le stesse che usa anche nei duelli coi tifosi sui social. «Io vado in guerra per i compagni. Stare sempre zitti non va bene».

AMBIZIONI E RINNOVI – Una cosa è certa: Nainggolan si sente romanista, ma dal club aspetta l’adeguamento promessogli dopo il no al Chelsea. A Trigoria la linea è quella di dargli un premio una tantum, ma – pur guadagnando oltre 4 milioni – le aspettative sono altre. Ciò che conta ora, però, è vincere. «Dobbiamo continuare così. Sono felice di come sto giocando. Abbiamo un grande allenatore. Siamo ancora in corsa in tre competizioni. Possiamo battere chiunque, se giochiamo il nostro calcio». Un calcio fuori dall’ordinario. Proprio come lui.

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