Mourinho, quando il silenzio diventa una strategia: “Io penso alla Coppa”

Il Messaggero – Le parole tradiscono l’attesa. Perché sarà anche vero che “prima del derby c’è il Ludogorets“. Poi, però, tra una battuta su Volpato, la soddisfazione per la vittoria e il 4° posto, esce l’animo luciferino di Mourinho. Così, di sfuggita, in modo tale da disconoscere eventualmente qualsiasi riferimento diretto, ma regalando comunque l’impressione che il countdown alla stracittadina sia già iniziato.

Appare difficile infatti pensare che l’altra sera José, rimarcando l’importanza del match di giovedì con i bulgari – “Quando un allenatore pensa non alla partita ma a quella successiva di solito finisce male. Quando fai l’errore è difficile conviverci, così come dire che la colpa è del tecnico. E quindi si inizia a sparare per sviare l’attenzione“– sia stato esclusivamente autobiografico.

La stoccata a Sarri (che contro la Salernitana ha tenuto inizialmente a riposo Milinkovic, diffidato, per poi perderlo dopo il giallo comminato da Manganiello) è aleggiata subito nell’aria, anche perché accompagnata da quella smorfia che è una via di mezzo tra un sorriso sornione ed un ghigno sdegnato. A fuoco lento, Mou ha cominciato il suo avvicinamento al derby. Come accaduto nella passata stagione, arriva alla (prima) sfida precedendo il rivale.

Di certo non sarà deludente l’avvicinamento alla partita. Mou dà ogni giorno che passa l’idea di essere sempre più padrone della situazione. Dopo 12 giornate ha più punti della passata stagione (25 a 19), guadagnato due posizioni in classifica (4° rispetto al 6° di un anno fa), segnato meno gol (16 a 21) ma registrato la difesa che subisce meno (11 a 14). E questo nonostante la lunga serie d’infortuni che lo sta tormentando dall’inizio del campionato e che lo ha visto non avere mai a disposizione Wijnaldum e ora dover fare a meno di Dybala da 20 giorni.

 

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