Il Tempo (L. Pes) – Una volontà precisa, convinta, manifestata attraverso gesti e parole. José Mourinho desidera con tutto sé stesso rimanere sulla panchina della Roma. Dalla promessa ai calciatori dopo Budapest agli elogi alla città e alla tifoseria. Il portoghese si sente amato e a sua volta ama la sua vita nella Capitale. Seppur in una fase diversa della carriera qui ha trovato di nuovo il piacere di lavorare. Ama il suo gruppo di calciatori anche se molti non sono considerati da lui stesso all’altezza. Sente di avere ancora un conto in sospeso con la città e i romanisti, un percorso incompiuto fermato da Taylor in Ungheria.

Per questo e per tanti altri motivi lo Special One ha chiaro nella mente il proprio futuro, ma sa benissimo che non dipende da lui. Il contratto dell’ex tecnico dell’Inter scade tra pochi mesi, alla fine della stagione. E ad oggi non c’è stato nessun incontro, né colloquio, né tantomeno in agenda è stato fissato tra la proprietà e l’allenatore della Roma. La disponibilità è totale, e anche senza uscite pubbliche la famiglia Friedkin sa benissimo cosa intende fare José. Curioso tornare indietro a due anni e mezzo fa e pensare a quanta forza hanno messo i proprietari per portarlo in giallorosso e quanto ora siano distanti da lui.

Un’abitudine quella dei texani di procrastinare e arrivare a ridosso delle scadenze. Succede spesso con i calciatori e sta accadendo anche con il gm dell’area sportiva Tiago Pinto. Ma José aspetterà ancora per un po’, non per sempre. Le offerte dall’Arabia e i piani incerti del Newcastle rappresentano un piano B per il portoghese, che potrebbe però trasformarsi in una soluzione concreta.

Ad inizio anno José vorrà, legittimamente avere certezze sulla prosecuzione o meno dell’avventura. I Friedkin sono sotto pressione, ma apparentemente non la sentono. Si fanno tante ipotesi su decisioni già prese, allenatori bloccati, e la loro serenità non permette di nutrire troppi dubbi.

Viene da chiedersi cosa possa aspettare la Roma dopo un triennio con Mourinho in panchina ma caratterizzato dalla spending review dettata dagli accordi con l’Uefa. Che dirigenza ci sarà questa estate, chi guiderà le scelte sul mercato, con chi si confronterà il nuovo tecnico ammesso che non sia proprio Mourinho. Perché l’ipotesi di permanenza è certamente la più difficile ma non va assolutamente esclusa.